Con poco meno di 200 milioni di abitanti, il Pakistan rappresenta un enorme potenziale mercato per le nostre aziende che non può essere assolutamente trascurato: è questo il messaggio lanciato dal “Pakistan Trade & Investment Forum” tenutosi presso la Sala Conferenze Internazionali del Ministero degli Affari Esteri lo scorso 5 aprile a Roma.
Ad aprire i lavori con il suo contributo, il Ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni ha voluto sottolineare come:
“La nostra business community debba guardare con grande interesse al Pakistan perché esso vanta la quinta più ampia classe media a livello globale a cui il sistema italiano può fornire beni e know-how in grande quantità”.
La cornice in cui i rapporti Italia-Pakistan si sono sviluppati negli ultimi anni è quella di una amichevole collaborazione anche perché i due Paesi - oltre ai legittimi interessi economici - si trovano a condividere l’interesse comune della lotta e del contrasto al terrorismo e già nel 2013 è stato ratificato il Memorandum d’intesa sulla Cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica islamica del Pakistan.
Il Pakistan, oltre ad essere di per sé un mercato dalle potenzialità assai interessanti - nel quale si stima esista oggi una classe media di circa 60 milioni - ha altre caratteristiche vantaggiose trovandosi innanzitutto in una posizione strategica tale da poter facilmente diventare un hub a livello regionale da sfruttare per raggiungere mercati asiatici altrettanto importanti quali India, Cina ed Iran, anche grazie alla buona rete infrastrutturale sulla quale Islamabad può contare.
A livello di business l’ampia disponibilità della manodopera locale ed il basso costo del lavoro - 4.900 dollari è lo stipendio annuale pro-capite - sono certamente fattori che possono incentivare gli investimenti esteri specialmente se connessi con l’attuale regime di libero scambio vigente e la protezione dell’investimento (assicurata dal Foreign Private Investment & Protection Act 1976).
Se vuole aumentare il ritmo del proprio sviluppo, oggi il Pakistan ha bisogno di nuove tecnologie praticamente in ogni settore e la buona notizia per l’Italia è che si riscontra un diffuso apprezzamento nei confronti dei prodotti del “Made in Italy” (di cui i macchinari sono il fiore all’occhiello), considerati prodotti di grande qualità dall’imprenditoria locale, sia per quanto riguarda le prestazioni che per l’affidabilità.
Il Pakistan permette inoltre all’investitore straniero di detenere il 100% del capitale sociale e trasferire illimitatamente in patria gli utili aziendali.
In Italia è presente la seconda comunità pakistana in Europa (circa 100.000 pakistani residenti in Italia), seconda solo a quella presente in Gran Bretagna.
Al momento si sta lavorando sodo per consolidare i rapporti con le diverse associazioni d’impresa operanti sul territorio pakistano al fine di promuovere il commercio con il nostro Paese approfittando anche del desiderio di buona parte del tessuto imprenditoriale pakistano residente in Italia di reinvestire i propri guadagni nel paese natale.
L’economia di Islamabad sembra andare in controtendenza rispetto al trend internazionale che proprio nei giorni scorsi è stato definito dal capo economista del FMI, Maurice Obstfeld, “procedere ad un ritmo deludente” tanto che le stime di crescita del PIL globale sono state limate al ribasso per l’ennesima volta.
Il Paese in effetti è cresciuto del 4% nell’ultimo triennio e le stime per il 2016 prevedono un’accelerazione tale da far sfiorare al Paese quota 5% specialmente grazie ad un maggiore contributo di quell’economia dei servizi, resa sempre più efficiente da capitale umano qualificato ed istruito il cui destino avrà un ruolo essenziale nel futuro economico e nello sviluppo sociale del Paese.
Una problematica molto seria è rappresentata dall’andamento del tasso di inflazione che però si è quasi dimezzato negli ultimi mesi – passando dall’8,6% al 4,5% - grazie all’impegno della State Bank of Pakistan (SBP) che ha abbassato il tasso d’interesse di dieci punti base, implementando una serie di importanti riforme economiche.
Tra i settori maggiormente interessanti per gli investitori italiani ci sono le infrastrutture, l’agroalimentare, le macchine e le tecnologie per la lavorazione del marmo.
“E’ questo momento per investire in Pakistan perché sarà un dei migliori mercati dei prossimi 20 anni“, ha dichiarato il Presidente del Board of Investment del Pakistan, Miftah Ismail, invitando le PMI del Belpaese a “venire e vedere con i loro occhi“.
Grandi opportunità si ravvisano anche in altri settori quali:
• Farmaceutico, con una crescita media negli ultimi anni del 15% e concrete possibilità di collaborazione industriale su licenza con imprese locali;
• Energia, grazie ai cospicui giacimenti di gas presenti nel Paese che rappresentano una risorsa dirimente per lo sviluppo pakistano e va segnalato come la nostra ENI è già molto attiva sul territorio sia nel campo dell’esplorazione che della produzione. Grandi potenzialità sono riscontrate anche nel settore delle energie alternative.
• Tessile, potendo offrire condizioni ideali per la produzione, come dimostra la stessa volontà delle autorità locali di costruire zone economiche speciali destinate alle lavorazioni tessili.
Di seguito è possibile visionare il video realizzato dal Ministero degli Esteri a conclusione del Pakistan Trade and Investment Forum.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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