Ieri - 13 aprile 2016 - si è chiusa la 50esima edizione di Vinitaly, il Salone Internazionale dei vini e dei distillati organizzato da Veronafiere che anche quest’anno ha ottenuto uno straordinario successo sia a livello di business che a livello mediatico.
Durante i quattro giorni dell’evento veronese - dal 10 al 13 aprile - sono stati molti gli eventi ed i seminari di approfondimento, tutte iniziative volte a favorire il business delle aziende partecipanti e a diffondere una vera e propria cultura internazionale del vino “Made in Italy”.
Il focus ed il fine commerciale della Fiera si possono dedurre anche dall’impennata dei prezzi per gli ingressi riservati agli amanti del vino che sono saliti sensibilmente rispetto alla scorsa edizione - da 50 ad 80 euro a persona al giorno - proprio al fine di costruire un filtro più efficace alle visite “ludiche”.
In questo contesto rientra anche il nuovo servizio messo a disposizione dagli organizzatori che prevede l’invito diretto ed a titolo gratuito degli operatori esteri segnalati dalle aziende partecipanti.
Già nel 2015 l’analisi della customer satisfaction dei partecipanti al Vinitaly era andata molto bene con il 72% degli operatori stranieri con ordini d’acquisto realizzati, l’84,4% con nuovi fornitori individuati tra gli espositori della fiera ed il 64,5% che aveva colto l’occasione per conoscere le novità del mercato.
Per quanto riguarda l’export l’obiettivo per il 2016 è quello di migliorare la straordinaria performance del 2015 e non sarà semplice poiché l’annata sui mercati internazionali è stata fantastica per il vino “Made in Italy” con ben 5,39 miliardi di euro è stato il valore delle bottiglie vendute fuori dai confini nazionali, vale a dire quasi il 15% dell’export totale di prodotti italiani su scala globale.
I vini spumanti, in particolare sono stati i veri protagonisti del grande successo, con un valore che ha sfiorato il miliardo di euro e trainati dal Prosecco, prodotto in grado di generare un incremento della domanda pari al 30% rispetto al 2014.
Le circa 310.000 aziende vinicole italiane - che rappresentano oltre 1/5 del totale delle aziende agricole del Belpaese - hanno prodotto 48,9 milioni di ettolitri di vino (+14%) dando occupazione ad oltre 1,2 milioni di persone a conferma della strategicità del settore per l’intero Sistema Paese.
I presupposti per vivere un anno memorabile però ci sono tutti e a dimostrarlo ci sono i numeri dell’edizione 2016 del Vinitaly:
• Più di 4100 espositori
• 130.000 operatori coinvolti dei quali 50.000 provenienti da 140 diversi Paesi
• 28mila buyer accreditati dai mercati internazionali in aumento del 23% rispetto al 2015
L’importanza e rilevanza dell’Italia nel settore del vino è dimostrata dal fatto che essa sia tornata ad essere il primo produttore mondiale davanti ai cugini francesi (47,4 milioni di hl) ed alla Spagna (36,6 milioni di hl) anche se in termini di promozione ed export - nonostante il recente trend positivo - ancora ci sono enormi margini di miglioramento dato che Roma è “solo” medaglia d’argento sia per volumi che per valori esportati.
Madrid rimane infatti il primo esportatore mondiale per volume (24 milioni di hl, dei quali però 14 di vino sfuso) posizionandosi davanti all’Italia (20 milioni di hl) mentre Parigi si conferma il primo esportatore globale per valore con 9 miliardi di dollari contro i circa 6 delle produzioni nostrane.
Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita al Vinitaly lo scorso 10 aprile ha voluto sottolineare come la chiave per sostenere il successo delle produzioni italiane sia perseguire una politica di apertura ed espansione commerciale all’estero:
“Il vino si è rivelato una risorsa preziosa anche nelle fasi più dure della crisi ed il risultato è stato un successo nell’export. I numeri che, in questa giornata, sono stati ricordati ne sono testimonianza e questa è la conferma che il destino dell’Italia sia legato al superamento delle frontiere e non al loro ripristino”.
Il capo dello Stato non ha perso occasione anche per ricordare anche la strategicità del contrasto al fenomeno della contraffazione e dell’Italian Sounding:
“La qualità italiana può diventare traino e traguardo: in questo modo, i nostri prodotti agiranno da termine di paragone e varranno sempre di più. Questo ci darà maggior forza anche nella giusta lotta alla contraffazione e nella tutela del made in Italy. Un modello italiano di gestione che, sorretto da una ricerca e da una produzione industriale dei mezzi di raccolta, trasformazione e conservazione di alto livello, può imporsi maggiormente sul mercato internazionale, in analogia ad altri comparti del settore cibo e bevande”.
È anche grazie a manifestazione importanti come il Vinitaly ed alla piattaforma di servizi messa a disposizione di imprese ed istituzioni che l’immagine della nostra industria vitivinicola ha guadagnato e continua a guadagnare prestigio in tutto il mondo.
Il nostro Paese è fatto di cantine e territori che sanno unire la capacità di innovazione al rispetto della tradizione, una sintesi unica che è un dovere saper comunicare - insieme al brand Italia - sui mercati internazionali.
Si tratta di una missione che - se supportata da impegno, competenze e determinazione - continuerà a regalare grandi soddisfazioni a tutti, creando valore e ricchezza per l’intero Sistema Paese.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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