La Corea del Sud rappresenta - dopo Giappone, Cina e India - la quarta potenza economica dell’Asia e la sesta potenza manifatturiera mondiale, avendo superato proprio l’Italia nel 2010, ma soprattutto offre prospettive ancora più interessanti di crescita e sviluppo.

La crescita del PIL prevista nel 2016 ben oltre i livelli europei (+3,2%), conferma la dinamicità del Paese che si colloca al 4^ posto nel Ranking Internazionale “Doing business” della World Bank e si caratterizza per una fede incondizionata nell’innovazione: Seoul rappresenta il primo paese al mondo per spesa in R&S in relazione al PIL (4%) per oltre i 3/4 (76%) proveniente da privati.

La priorità politica della presidente coreana Park Geun-Hye, eletta nel 2012, è quella di trasformare il paese nello snodo economico, logistico e finanziario del Nordest asiatico, rivendicando e ribadendo il suo peso di media potenza regionale proiettata attivamente anche sulla scena internazionale, capace di ritagliarsi un ruolo sempre più attivo nella cooperazione allo sviluppo - come dimostra l’adesione nel 2010 al DAC dell’OCSE - primo Paese a passare dallo status di destinatario di aiuti allo sviluppo a quello di erogatore, perché non bisogna dimenticare che solo nel 1953, all’indomani della fine del conflitto che ha il paese si trovava in uno stato di estrema e diffusa indigenza - .

La presidente Park fin dal suo insediamento ha lanciato una “crociata” per l’innovazione, in una realtà che già guarda dall’alto in basso - dal punto di vista dell’innovazione – il resto del mondo come dimostra il primato nel Global Innovative Index Bloomberg Businessweek.

Per rendersi conto di quanto la crociata sia reale, basta pensare che durante il suo mandato è stato isituito il “Ministero per la creazione del Futuro e della Scienza” e sono state incrementate del 10% le risorse destinate ad arte e cultura con uno stanziamento totale annuo di oltre 3,5 miliardi di euro.

Storicamente le istituzioni coreane hanno sempre favorito lo sviluppo di un’industria manifatturiera votata all’export con una concreta azione tesa a favorire l’internazionalizzazione e la promozione del Paese in ambito culturale, tecnologico ed economico, per garantirsi ulteriori margini di sviluppo e prominenza sulla scena mondiale.

La Corea del Sud ha alimentato il suo processo di crescita e sviluppo negli ultimi 60 anni con un’economia fortemente export-led che considera gli Accordi di Libero Scambio prioritari per rafforzare i legami economici transnazionali e negli ultimi dieci anni sono stati ratificati ben 48 Free Trade Agreement (FTA), oltre ad essere il primo paese ad aver stipulato FTA sia con Unione Europea e Stati Uniti. Fondamentale è poi la capacità di attrarre investimenti stranieri, come dimostra l’istituzione già nel 2000 di 8 zone di libero scambio.

L’accordo di libero scambio siglato con l’Ue nel luglio 2011 ha dato avvio ad una nuova era nelle relazioni commerciali contribuendo all’espansione del commercio e alla promozione degli investimenti.

A partire dal 1° luglio 2016, i dazi all’importazione saranno eliminati su tutti i prodotti ad eccezione di un numero limitato di prodotti agricoli, andando verso la piena attuazione dell’accordo e il pieno dispiegamento dei suoi benefici.

Nell’immaginario e nella realtà oltre l’immaginario, la Corea del Sud rappresenta una società tecnologicamente avanzata, patria di colossi dell’elettronica e delle telecomunicazioni come Samsung ed LG che può contare su una rete infrastrutturale efficientissima. La capitale Seoul - oltre 10 milioni di abitanti - offre una qualità della vita in rapido e continuo miglioramento, mutando continuamente, proiettata verso una massiccia opera di ammodernamento dei propri servizi e delle proprie strutture.

L’Italia nella visione della Presidente Park, rappresenta un partner privilegiato per far decollare quella che definisce “Creative Economy Partnership”.

Lo dimostrano gli accordi già in essere come quello tra l’Agenzia ICE e l’ente omologo coreano (KOTRA) sottoscritto in occasione del vertice ASEM di Milano del novembre 2014 per far crescere il livello degli scambi attraverso la promozione di commercio e investimenti e lo conferma il successo dell’ultima missione italiana a Seoul.

Guidata dal sottosegretario agli Affari Esteri Benedetto Della Vedova e da Ivan Scalfarotto, attuale sottosegretario per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento e designato a sostituire il VM Calenda migrato a Bruxelles e promossa dai Ministeri degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale e dello Sviluppo Economico con Confindustria, Ice-Agenzia e Abi, in collaborazione con l’Ambasciata a Seoul, l’iniziativa – realizzata il 9 e il 10 marzo - si è focalizzata sui comparti che offrono nuovi spazi di collaborazione bilaterale (automotive, moda, macchine utensili, biomedicale e biotecnologie, epc-engineering, procurement & construction).

Sono stati oltre 100 i partecipanti italiani coinvolgendo 44 imprese, 8 associazioni imprenditoriali e 8 gruppi bancari e al centro dei lavori, innanzitutto c’è stato il Forum Italia-Corea del Sud - con la presenza dei rappresentanti delle principali istituzioni dei due Paesi - e le successive sessioni di approfondimento settoriale ed incontri di business tra le imprese italiane e le controparti locali. In totale sono stati realizzati oltre 300 incontri d’affari tra la delegazione italiana e le controparti locali intervenute.

Nel giorno seguente si sono invece tenute le visite alla fabbrica della Hyundai Asan, ai grandi magazzini di Shinsegae a Gangnam e al Mall Yeouido, allo SNUBH-Seoul National Bundang Hospital e ai punti di distribuzione della cosmetica nelle aree di Myongdong and Gangnam.

L’industria italiana in questi anni ha dimostrato uno spiccato e crescente dinamismo nel mercato coreano e naturalmente tutto ciò è stato accompagnato da un aumento dell’attività promozionale e degli incontri istituzionali tra aziende e autorità dei due Paesi.

Negli ultimi cinque anni l’interscambio bilaterale - così come le nostre esportazioni - è cresciuto costantemente. I dati ISTAT - elaborati dall’ICE-Agenzia – rilevano come nel 2010 l’interscambio complessivo era pari a 5,5 miliardi di euro con esportazioni italiane per 2,5 miliardi di euro. Gli ultimi dati disponibili relativi al 2015 segnalano come l’interscambio sia arrivato a 7,7 miliardi di euro e le nostre esportazioni oltre i 4,5 miliardi di euro, a dimostrazione di come il salto di qualità sia stato reale e concreto.

Sono tanti i progetti di sviluppo dove l’Italia può dare il suo contributo andando incontro anche alle esigenze di trasformazione dello stesso sistema produttivo coreano, dominato dai grandi gruppi conglomerati – i “chaebols” – che, nella nuova visione della Park, dovranno nel breve periodo essere capaci di settorializzarsi di più nelle loro attività e ridursi in termini di dimensioni, favorendo di conseguenza l’emergere di un tessuto produttivo più omogeneo per interfacciarsi con le nostre PMI.

Da questo punto di vista l’Italia con i suoi distretti industriali e la sua rete di PMI, rappresenta un modello da considerare e come ha dichiarato Licia Mattioli - presidente del Comitato tecnico per l’Internazionalizzazione e gli investitori esteri di Confindustria - al Sole 24 Ore, subito dopo un incontro con i vertici della Federation of Korean Industry (FKI) e con i rappresentanti dei fondi sovrani coreani:

“I tempi non saranno brevi, fondi sovrani e di private equity coreani sono pronti ad investire in Italia, ma, prima, vogliono conoscere meglio il nostro sistema industriale. Il cammino, però, è iniziato”.

I piani governativi prevedono entro il 2016 cospicui investimenti (3,74 miliardi di dollari) per sostenere le start-up che si aggiungono agli incentivi fiscali. Secondo il Small and Medium Business Administration nel 2015 erano attive ben 93.768 nuove start-up, un aumento del 10,7% rispetto al 2014, grazie anche agli incentivi da parte del governo Park, che ha fatto come segnalato della “creative economy” il suo mantra. Dato ancora più interessante è il constatare che i neoimprenditori sono soprattutto donne e giovani under 30, con questi ultimi che hanno registrato il tasso di crescita più elevato fra tutte le fasce di età (+28,3%).

Entro il 2016 è previsto inoltre un investimento da oltre 500 milioni di dollari per lo sviluppo del primo distretto industriale di prodotti alimentari in Asia, “Foodpolis” situato a Iksan nella regione di Jeolla, a sudovest del paese. L’obiettivo è quello di rafforzare l’industria alimentare e l’export coreano e di attrarre investimenti da parte delle imprese straniere. Fra i vantaggi offerti agli investitori stranieri da Foodpolis vi sono l’esenzione della “Corporate tax” per i primi tre anni e una riduzione pari al 50% per altri due anni. Inoltre le imprese straniere non dovranno pagare le tasse sulla proprietà per 15 anni. Il governo coreano prevede la presenza di almeno 150 imprese e 10 centri per la ricerca per un fatturato annuo di 14 miliardi di dollari e la creazione di 22.000 posti di lavoro.

Il mercato coreano dei prodotti alimentari procede con una crescita media sostenuta (in media il 6,7% annuo dal 2001 e ben oltre il doppio della media globale del 3,2%) e dovuta anche ad una dieta che si sta “occidentalizzando” in maniera continua e che comporta una domanda in crescita di prodotti alimentari di alta qualità e naturalmente l’Italia in questo campo non ha rivali.

Inoltre com’è emerso durante i lavori della missione, i big player coreani e quelli tricolore fanno già sistema nei paesi terzi come dimostra da un la partnership realizzata tra grandi società di costruzioni per il nuovo ponte sul Bosforo in Turchia e dall’altro gli accordi in via di definizione tra ENI e l’omologa società coreano per lo sviluppo di collaborazioni congiunte in Africa e nel Mediterraneo. Durante i lavori del Forum anche la SIMEST ha concluso un accordo con Invest in Korea hanno concluso un accordo per rafforzare le relazioni bilaterali, favorendo gli investimenti italiani in loco.

Gli ottimi risultati della missione italiana, così come gli importanti progetti di sviluppo e partenariato delineati dalle autorità coreane, rappresentano la prova evidente di come e quanto sia in continua evoluzione la nostra partnership globale con una realtà, lontana ma che guarda con interesse e favore al modello italiano oltre che alle nostre eccellenze, capace di offrire ancora tanti gli spazi per le imprese italiane che vorranno cogliere le numerose opportunità commerciali e di investimento nel Paese.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it

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