Recentemente abbiamo approfondito le novità introdotte dal “Pacchetto Marchi” che dopo una lunga gestazione ha finalmente visto la luce con l’approvazione a fine dicembre 2015, il regalo di Natale che ridisegna e ristruttura la legislazione per la protezione dei marchi europei.
L’obiettivo delle misure approvate è rendere più accessibile, efficiente e meno oneroso per le imprese il deposito di marchi industriali.
La direttiva 2015/2436/Ue - già in vigore dallo scorso 12 gennaio - ha introdotto il marchio dell’Unione Europea che sostituisce il marchio comunitario, e tutti i marchi esistenti assumeranno automaticamente la nuova dicitura, favorendo anche un taglio dei costi amministrativi e legali legati alla registrazione e dando nuova centralità all’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI) che si trasformerà – con l’entrata in vigore del regolamento 2015/2424 in vigore dal prossimo 23 marzo 2016 - nell’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale (EUIPO).
Semplificare e armonizzare le procedure tra gli Stati e garantire un coordinamento anche a livello europeo per una più efficace lotta alla contraffazione, sono queste le priorità dell’azione politica e che vanno perseguite nella pratica, al fianco delle imprese. Come ha sottolineato al Sole 24 Ore al momento dell’approvazione il Sottosegretario allo Sviluppo economico - oggi ai Trasporti a seguito del rimpasto di Governo - Simona Vicari:
“Si tratta di un tema che ha rappresentato una assoluta priorità durante la nostra presidenza di turno della Ue nel 2014 il cui via libera ci ha permesso di ottenere un risultato considerevole in materia di rafforzamento dei controlli alle frontiere Ue sulle merci in transito provenienti da Paesi terzi e destinate a mercati extra-Ue, evitando che l’Unione Europea diventi un hub di passaggio per la diffusione di merci false su scala globale. Inoltre, la riforma semplificherà le procedure amministrative per gli utenti, assicurando una riduzione degli oneri burocratici e anche dei tempi d’attesa, favorendo soprattutto le PMI che utilizzano i marchi per competere sui mercati internazionali”.
Prima dell’approvazione del “Pacchetto Marchi”, lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 3 dicembre - contestualmente alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sospensione, per esaurimento dei fondi stanziati, della concessione di agevolazioni per la brevettazione e la valorizzazione economica dei brevetti a favore delle micro, piccole e medie imprese per i bandi gestiti da Invitalia (Brevetti+ e Brevetti+2) - ha reso note due nuove misure a favore delle piccole e medie imprese.
Si tratta dei bandi “Marchi+2” e “Disegni+3” che nascono dalla convenzione stipulata dalla Direzione Generale MISE per la lotta alla contraffazione-Ufficio Italiano Brevetti e Marchi con Unioncamere e prevedono fondi a favore delle imprese rispettivamente per 2,8 e 4,7 milioni di euro.
Con il nuovo bando “Marchi+2” si mira a sostenere la capacità innovativa e competitiva delle PMI per l’estensione all’estero dei propri marchi, mentre il bando “Disegni+3” promuove la messa in produzione e la commercializzazione di prodotti correlati ad un disegno o modello registrato.
Proprio oggi, 1° febbraio 2016, si apre l’accoglimento delle domande di partecipazione del bando “Marchi+2”.
Nello specifico parliamo di un contributo pari all’80% delle spese ammissibili (fino a 6.000 euro) per l’acquisto di servizi specialistici per la progettazione e la registrazione di marchi a livello comunitario presso il già citato UAMI.
A livello internazionale per la registrazione di marchi presso l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intelletuale (OMPI), il contributo può essere pari all’80% fino ad un massimo di 6.000 euro per la registrazione in un solo Paese e di 7.000 euro per la registrazione in più di un Paese e fino al 90% nel caso di registrazione in Cina e Stati Uniti con i massimali innalzati a 8.000 euro e 9.000 euro.
Il contributo previsto per procedere alla registrazione dei propri marchi sia a livello comunitario che internazionale ammonta fino ad un massimo di 20.000 euro per azienda.
Il bando è “a sportello” ovvero fino ad esaurimento delle risorse disponibili e le domande di partecipazione sono da inviare esclusivamente in formato elettronico collegandosi al sito www.marchipiu2.it a partire dalle ore 9,00 del 1° febbraio 2016.
La tempestività è tutto come sempre in questi casi, oltre alla progettualità.
Dal 2 marzo invece si aprirà la raccolta delle domande per il bando “Disegni+3”.
In questo caso il progetto deve riguardare la valorizzazione di un disegno/modello che - alla data di presentazione della domanda di agevolazione - sia registrato e di cui l’impresa richiedente sia titolare o in possesso di un accordo di licenza con un soggetto, anche estero, che ne detenga la titolarità.
Si tratta di un un contributo in conto capitale nella misura massima dell’80% delle spese ammissibili e il progetto deve essere concluso entro 12 mesi dalla data di approvazione.
L’importo massimo dell’agevolazione per ciascuna impresa è pari a 65.000 euro per la fase della produzione del disegno/modello e a 15.000 euro per quella della commercializzazione.
In questo caso ciascuna impresa può presentare più richieste di agevolazione su più disegni/modelli che rispondano ai requisiti richiesti, fino ad un importo massimo di 120.000 euro.
Anche in questo caso, uguali modalità di partecipazione con le domande da inviare esclusivamente in formato elettronico a partire dalle ore 9,00 del 2 marzo 2016 collegandosi al sito www.disegnipiu3.it.
In attesa dei risultati di queste nuove misure, dal MISE hanno reso noto come nel caso dei precedenti bandi “Marchi+” e “Disegni+2” sia stato ampio il successo riscontrato presso le nostre PMI.
Con il bando “Marchi+” sono state infatti agevolate - a fronte delle oltre 3.000 presentate - ben 2.042 domande per un importo di agevolazioni concesse pari ad oltre 4,7 milioni di euro mentre con il bando “Disegni+2” sono state agevolate - a fronte delle oltre 600 presentate - 107 domande per un importo di agevolazioni concesse pari a circa 5 milioni di euro.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it
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