Sono già oltre 1,2 milioni le firme raccolte fino ad oggi e se questo è il trend già entro metà anno il Ministero Pubblico Federale potrà recapitarle al Congresso Nazionale allegate ad un pacchetto di nuove misure contro la corruzione che oltre a puntare innanzitutto all’inasprimento delle sanzioni, vuole intervenire per limitare i casi di annullamento dei processi e per facilitare il recupero dei fondi distratti, in un momento in cui la piaga della corruzione lacera la società, la politica e l’economia brasiliana.

Inizialmente concepita dalla task force “Operazione Lavajato” nella città di Curitiba, la campagna è stata appoggiata successivamente dalla Procura Generale della Repubblica, scesa direttamente in campo con la promozione di iniziative per la raccolta di firme in tutti gli stati brasiliani.

Naturalmente la potenza del web contribuisce alla lotta e così sul sito www.dezmedidas.mpf.mp.br si viene subito invitati a firmare con il contatore che registra in tempo reale il crescente numero dei consensi, nell’attesa del raggiungimento della nuova quota minima richiesta di 1,5 milioni di firme a sostegno dell’iniziativa popolare, momento in cui sarà formalizzato l’invio dei disegni di legge contenenti le nuove misure da sottoporre al Congresso.

L’idea è quella di ottenere lo stesso sostegno popolare che portò all’approvazione della legge “ficha limpia” - “scheda pulita” - emanata nel 2010 per impedire la candidatura di politici condannati in secondo grado e nata anch’essa dal sostegno dell’iniziativa popolare che presentò al Congresso oltre 1,3 milioni di firme.

Tra gli ideatori e i sostenitori del nuovo pacchetto di misure vi è il procuratore Deltano Dallagnol, Coordinatore della task force “Operazione Lavajato” di Curitiba che ha dichiarato come l’idea sia nata dalla percezione della voglia di profonda trasformazione all’interno della società brasiliana. L’evolversi degli eventi fino allo scoppio dei più recenti scandali di corruzione che affliggono il Paese, ha fatto il resto.

Le proposte sono state elaborate dai Procuratori alla fine del 2014 basandosi sulle esperienze maturate in altri paesi e - secondo Dallagnol - oltre un centinaio di procuratori federali hanno immediatamente aderito alla campagna, impegnandosi nelle iniziative di sensibilizzazione sul territorio nazionale.

Il pacchetto è composto da 20 disegni di legge basati su dieci punti principali il cui obiettivo è quello di rafforzare la lotta alla corruzione attraverso l’eliminazione di quei meccanismi che permettono con frequenza l’impunità dei corrotti e che in Italia conosciamo molto bene a partire dalla lentezza dei processi, proseguendo tra le lacune normative e approdando nelle interpretazioni contraddittorie da parte della stessa magistratura.

brasilecorruzione

Tra le misure proposte vi è l’inasprimento delle sanzioni con l’aumento da 2 a 4 anni di carcere delle pene minime applicabili ai casi di corruzione, il carcere da 3 a 8 anni per i casi di appropriazione indebita e confisca dei beni nei casi in cui, seppur in assenza delle prove del reato di corruzione, il possesso degli stessi sia incompatibile con il reddito dell’accusato. Per i casi più gravi di corruzione le pene oscillano invece tra i 4 e i 12 anni al quale si aggiunge un aumento dei termini della prescrizione, la previsione di multe e la reclusione da 3 a 10 anni. E’ inoltre prevista la possibilità di cancellazione dal registro dei Partiti politici quando sia provato l’uso di una cassa di fondi illeciti attraverso i quali siano state illecitamente finanziate le attività elettorali.

Non rimane che attendere la fine del primo semestre per vedere l’avvio di questa interessante iniziativa popolare, con la speranza che sia il primo di una lunga serie di passi capaci di rilanciare con forza le profonde riforme che il sistema politico brasiliano non può più rinviare a domani.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Tommaso Tamponi, redazione@exportiamo.it

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