Il prosecco batte lo champagne e così il nostro vino bianco a denominazione di origine controllata prodotto in Veneto ed in Friuli-Venezia Giulia, dopo aver superato per la prima volta lo champagne per numero di bottiglie vendute a livello globale nel 2014, continua la sua frizzante marcia.
Grazie ad un incremento record della domanda di bollicine italiane, sempre più apprezzate in giro per il mondo, nel 2015 - secondo una stima Coldiretti realizzata in occasione delle festività alle porte - le nostre bottiglie sono risultate più apprezzate di quelle prodotte oltralpe e si intuisce chiaramente come quest’anno saranno in moltissimi a brindare “Made in Italy”.
Oltre a quest’ultima soddisfazione di fine anno, il 2015 in generale è stato un anno memorabile per i vini italiani grazie innanzitutto ad una vendemmia molto positiva. L’Italia - secondo i dati diffusi dalla Commissione Europea - diviene così il primo produttore mondiale di vini e spumanti con una produzione pari a ben 48,9 milioni di ettolitri, seguita proprio dai cugini d’Oltralpe (46,6 milioni) e dagli spagnoli (36,6 milioni) che però hanno registrato un calo rispettivamente dell’1 e del 5%.
A Londra e New York in particolare, si è registrato un vero e proprio boom nella domanda di prosecco e sono Gran Bretagna (+50%) e Stati Uniti (+32%) - seguiti dalla Germania – a confermarsi i più ampi mercati di sbocco per le bollicine italiane.
Il dato ancor più interessante proviene però da Parigi perché la voglia di prosecco sembra aver colpito anche i nostri principali competitor transalpini, con un incremento (+19%) tutt’altro che marginale.
Non bisogna dimenticare che le differenze fra prosecco e champagne esistono e non sarebbe dunque corretto sostenere che è possibile sostituire un prodotto con l’altro. A differire è in primo luogo la provenienza, con lo champagne prodotto da uve Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier coltivate nella regione Champagne del nord-est Francia, mentre il prosecco proviene dalla regione Veneto di Italia ed è composta principalmente da uve Glera.
In secondo luogo ad incoraggiare l’acquisto dei prodotti italiani, è senza dubbio anche il prezzo medio per bottiglia che negli Stati Uniti - ad esempio - è pari a 12 dollari, ben inferiore dunque ai 52 dollari necessari per sorseggiare una bottiglia di champagne. In buona sostanza il prezzo medio del prosecco è quattro volte più basso del concorrente francese, un incentivo non da poco per i consumatori attenti sì alla qualità, ma anche al portafogli.
Secondo uno studio Nielsen inoltre il prosecco, sta anche portando nuovi acquirenti alla categoria spumante nel suo complesso, ovvero per chi non lo sapesse, a tutti quei vini che producono spuma al momento di apertura della bottiglia. Questo fenomeno è dovuto alla presenza all’interno della stessa bottiglia di anidride carbonica non aggiunta dall’esterno ma prodotta per fermentazione.
É interessante rilevare come circa un terzo della crescita dei volumi nella categoria prosecco, derivi dall’acquisizione di nuova clientela, non abituata ad includere il prosecco nel carrello della spesa. Il successo è testimoniato da un export che ha superato per la prima volta in assoluto la cifra di un miliardo di euro, quasi il 20% dell’intero comparto vinicolo “Made in Italy”. Un risultato assolutamente straordinario.
Portabandiera del successo delle bollicine italiane nel mondo è senza alcun dubbio il Prosecco di Valdobbiadene, un’alchimia enologica tutta italiana che lascia alle spalle un’annata da record con quasi mezzo miliardo di bottiglie prodotte.
Ma dov’è qual è il segreto di una espansione che ha assunto proporzioni così rilevanti in così breve tempo?
Il ruolo dell’imprenditoria e del reparto commerciale sono certamente i più importanti per lo sviluppo delle relazioni con l’estero ed in questo senso, una centralità sempre maggiore potrebbe essere affidata alle generazioni più giovani. Tanti nostri ragazzi si dichiarano amanti del settore oltre ad essere poliglotti, competenti e maggiormente abituati al confronto in ambienti internazionali, rispetto alle generazioni che li hanno preceduti.
È bene ricordare la straordinarietà del nostro Paese che sempre - nelle sue espressioni migliori - riesce ad abbinare bellezza e gusto per occhi e palato come dimostrano le colline di Conegliano Valdobbiadene che, oltre ad essere sede di una produzione così amata, sono state definite “paesaggio culturale”. Nel 2008 infatti, con l’obiettivo di proteggerle, è stato avviato il progetto per il riconoscimento a Patrimonio Unesco ed oggi il territorio è inserito nella Tentative List italiana.
Un altro buon motivo per brindare al nuovo anno, chiaramente con un calice di prosecco in mano!
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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