Sappiamo bene come l’innovazione sia oggi “distruttiva” e se esiste un settore che ha subito una profonda ristrutturazione di fronte alle sorti luminose, progressive e senza limiti dell’innovazione tecnologica, certamente questo è il mondo dell’editoria di fronte alla rivoluzione digitale e nell’attesa di tutto ciò che ancora non osiamo minimamente immaginare, perché la tecnica non conosce antitesi nè limiti.

Chi orbita intorno a carta e inchiostro sa benissimo come nell’ultimo lustro il mercato italiano del libro, quello vero che si sfoglia e si tocca, si sia significativamente ristretto e - a fronte di un ridimensionamento nell’ordine del 20-25% - la dinamica conseguente è stata quella che ha visto i grandi editori provare ad occupare spazi in altri tempi non presidiati, proprio perché i piccoli soffrono a causa della crisi e di conseguenza mantenere le posizioni faticosamente acquisite è stata dura.

Serve però reagire e lo sanno bene all’Associazione Italiana Editori (AIE), associazione di categoria - aderente a Confindustria - degli editori italiani, ma anche degli stranieri attivi in Italia di libri, riviste periodiche, prodotti e contenuti, dell’editoria digitale.

L’AIE sostiene, rappresenta e promuove il settore “indipendentemente dal formato” a livello nazionale e internazionale, oltre a costituire un osservatorio privilegiato su lettura, consumi culturali e educativi nel Paese.

Almeno a livello statistico è probabilmente inevitabile che il calo delle vendite coincida con il calo del numero di lettori e l’Italia, si conferma l’unico paese occidentale nel quale diminuiscono già da due anni consecutivi e sono quasi 900.000 quelli contabilizzati nelle perdite nell’ultimo anno (-3,4%).

La filiera editoriale è però in trasformazione e il fenomeno emerge chiaramente anche dall’ultimo Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia, l’istantanea curata dell’Ufficio Studi AIE che nel 2014 registra l’attenuarsi dei segni meno, pur rimanendo segni meno e ancor di più il dato è confermato dai dati dei primi dieci mesi del 2015 vedono ulteriori avvicinamenti a territori di crescita.

Il fatturato registra si una flessione, ma più contenuta rispetto allo stesso periodo di un anno fa con un giro d’affari in calo (-1,6%), in valore si parla di circa 14 milioni di euro in meno nei canali trade (librerie, online, grande distribuzione), senza considerare gli ebook, ma presumendo e stimando un contributo da parte dei canali non censiti e degli ebook, il segno positivo è abbastanza plausibile e molti sperano in un’inversione di tendenza già entro fine anno.

Le copie di libri di carta venduti nei primi dieci mesi del 2015 segnano invece un calo ben più vistoso (-4,4%) pari a circa 3,1 milioni di copie vendute in meno rispetto allo stesso periodo del 2014, dato in netta divergenza rispetto al dato di fatturato.

La divergenza è giustificata - come già accennato - dalla crescente importanza dei canali non censiti - basta pensare ad Amazon che non fornisce dati in merito ai download di ebook - e per questo motivo tirare le somme reali è quasi impossibile, quel che è certo è la continua crescita per il mercato digitale e l’ebook in particolare (+26,7% i titoli ebook prodotti) mentre continua a crescere anche il dato relativo all’export.

Nel 2014 e per il secondo anno consecutivo, la vendita di diritti all’estero è in crescita in termini di titoli ceduti (+6,8%) così come crescono anche le esportazioni di libri italiani (+2,6%) con un fatturato di 40milioni di euro.

Il trend storico dimostra come rispetto a un mercato interno in difficoltà e che si restringe le imprese internazionalizzano la loro produzione e se nel 2001 si vendevano all’estero diritti per 1.800 titoli, nel 2010 4.217, nel 2014 si sfiorano i 5 mila, una cifra pari all’8% della produzione nazionale.

Queste le premesse mentre oggi 4 dicembre al Palazzo dei Congressi dell’EUR a Roma, apre i battenti la Fiera del Libro di Roma “Più Liberi, Più Libri”.

Fino all’8 dicembre l’ormai tradizionale appuntamento giunto alla XIV^ edizione offrirà agli oltre 50.000 visitatori attesi, un ricco e articolato programma capace di conciliare le esigenze di consumatori, appassionati e dei 347 espositori, con oltre 300 eventi e la presenza di oltre mille relatori tra star e carneadi.

L’obiettivo anche quest’anno è confermarsi punto di riferimento per la proposta e il lancio di nuovi autori internazionali oltre che osservatorio insostituibile sulla varietà della produzione italiana che sempre di più e in risposta alla crisi come succede in altri settori, punta alla conquista dei mercati internazionali e più in generale punta sull’innovazione e sull’andare a scoprire cosa c’è di nuovo, per farlo proprio.

La crescita della manifestazione è costante e negli anni ha saputo anche amplificare la sua dimensione internazionale, grazie al supporto fondamentale ultradecennale dell’ICE-Agenzia, assecondando quella che come abbiamo visto è una sopravvenuta esigenza da parte delle nostre case editrici.

Il mercato nazionale vede in diminuzione la percentuale dei libri tradotti da lingue straniere, mentre sui mercati esteri aumentano le vendite dei titoli italiani, in media del 16% e la vendita di diritti o co-edizioni con case editrici straniere è un fenomeno che interessa tutti i generi letterari.

In questa edizione saranno presenti 15 gli editori stranieri invitati dall’ICE-Agenzia selezionati tramite gli uffici della rete estera provenienti da Bulgaria, Francia, Germania, Islanda, Inghilterra, Portogallo, Spagna e Ungheria ed interessati nelle loro attività editoriali a pubblicare saggistica e letteratura italiana.

Come ogni anno c’è poi grande attesa anche per la presentazione dei risultati dell’indagine Nielsen sul mercato della piccola e media editoria, fondamentali per comprendere dinamiche e prospettive di un panorama che appare sempre più complesso e mutevole e quest’anno il tema dell’incontro è “Ereditare il futuro: il mercato che verrà”.

In attesa dei dati si può tranquillamente affermare che i nostri piccoli editori, di fronte alla crisi hanno puntato su innovazione, specializzazione e anche coraggio, cercando di ampliare ulteriormente il proprio pubblico e dimostrando un’ottima resistenza e una buona tempra.

L’editoria ha un valore anche più profondo e strategico per un Paese, perché rappresenta un settore veicolare per esportare non solo la nostra eccellenza culturale, ma anche per promuovere l’intero sistema economico-produttivo del Made in Italy, il suo fascino e la sua capacità d’influenzare e conquistare le sensibilità ad ogni latitudine.

Il tema della kermesse romana quest’anno è chiaro, semplice e non banale “Per amore dei libri”, mentre la speranza di tutti è che l’inversione di tendenza del mercato sia dietro l’angolo, riconoscendo al settore la capacità di cogliere le opportunità che il digitale offre nella produzione e nel prodotto e rimanendo fermi nella convinzione che a fare la differenza deve essere sempre la qualità dell’offerta e questo lungo week end dedicato alla lettura è pronto a confermarlo.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it

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