“Trasformare la Puglia in una regione che fonda la propria ricchezza ed il proprio sviluppo sull’economia della creatività”.

E’ questo il messaggio ambizioso lanciato alla presentazione al Cineporto di Bari, lo scorso 11 novembre, della ricerca - condotta da Fondazione Symbola e Unioncamere - “Creative in Puglia” dedicata all’industria della creatività pugliese e a conclusione del progetto Ue “I.C.E. Innovation, Culture and Creativity for a new Economy”, finanziato dal programma di cooperazione territoriale europea Grecia-Italia 2007-2013.

Il rapporto è un’analisi dell’intero sistema produttivo culturale e creativo pugliese, focalizzando l’attenzione sul valore aggiunto che il settore apporta al territorio, al tessuto imprenditoriale e come questo si traduca in un aumento di occupazione e specializzazione nella regione.

La Puglia si conferma tra le regioni più attente a valorizzare il settore creativo come motore di sviluppo economico e nel novembre 2012 è stata la prima regione che ha riconosciuto il primo Distretto Produttivo dedicato al settore, proponendo uno specifico percorso di analisi del sistema e di pianificazione dal basso delle future politiche regionali, al fine di focalizzare le risorse pubbliche sulle vere priorità del settore e le specificità dei territori.

I numeri parlano chiaro e ci confermano la nuova tendenza in atto.

Il Sistema Produttivo Culturale Pugliese ha generato 2,4 miliardi di euro di valore aggiunto nel 2014, il 4% del totale dell’economia regionale, occupando 55.000 addetti grazie agli sforzi e alle attività di oltre 22.800 imprese.

Un territorio, quello pugliese, fortemente eterogeneo, che contempla tassi di diffusione delle imprese culturali che oscillano tra il 37% di Bari e l’8% di Brindisi e la stessa dinamica interessa la creazione di valore aggiunto e il contributo occupazionale con Bari che eccelle in entrambi i casi, contribuendo fino al 43% sulla ricchezza prodotta dal Sistema Produttivo Culturale a livello regionale.

L’economia della cultura dimostra quindi essere un driver da considerare con maggiore attenzione per riconvertire i territori e le loro vocazioni produttive in linea con le nuove esigenze.

I numeri della ricerca evidenziano debolezze e punti di forza del sistema produttivo culturale e creativo pugliese, sottolineando specificità e interconnessioni anche con la filiera turistica che rappresenta uno degli asset territoriali strategici più importanti e che contribuisce quasi per il 4% alla determinazione della spesa turistica attivata dall’industria culturale in Italia, con un valore assoluto di oltre 1 miliardo di euro tra la provincia di Lecce (36,8%), quella di Bari (21,2%) e le restanti province (42%).

Sebbene le politiche dello scorso ciclo abbiano già avviato un’azione di stimolo del sistema culturale e creativo posizionandosi tra i segmenti più importanti dell’economia, il settore deve perseguire un percorso di attivazione di nuovi percorsi e consolidamento e integrazione di quelli già avviati per affrontare le sfide del futuro.

Come ha sottolineato Loredana Capone, Assessore all’Industria Culturale e Turistica: “Affinché questo avvenga bisogna migliorare la cultura d’impresa, lavorare insieme e promuovere le nostre imprese sui mercati esteri”.

Sul versante export nel primo semestre 2015 la crescita (+2,6%) in realtà è più debole delle aspettative e inferiore alla media delle altre regioni meridionali (+3,5%) e a quella nazionale (+5%). Bisogna però considerare che al netto del comparto industriale “pesante”, la crescita dell’export pugliese è ben più confortante (+9,7%).

Come abbiamo visto il territorio pugliese mostra di avere tutte le potenzialità e le ricchezze per la diffusione e il consolidamento del Sistema Produttivo Culturale e Creativo e sono numerose le interconnessioni tra innovazione e tradizione, passato e futuro capaci di favorire la sperimentazione di nuove modalità e nuovi orizzonti per la creazione e lo sviluppo d’imprese.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Annarita Summo, redazione@exportiamo.it

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