Le riforme strutturali e il processo di liberalizzazione in atto con la nuova spinta riformatrice del Presidente Enrique Peña Nieto, sono state al centro dell’attenzione il 10 novembre a Roma al Seminario “Messico: riforme strutturali e liberalizzazione dei settori strategici, le opportunità per le imprese italiane” organizzato presso la sede di Unindustria.
L’attenzione si è concentrata in particolare su due settori altamente strategici, le telecomunicazioni e il settore energetico con riferimento anche alle opportunità nascenti nel comparto delle rinnovabili.
Il Messico - a metà strada fra Asia ed Europa e confinante con gli Stati Uniti, la più importante economia al mondo - occupa una posizione geografica privilegiata e - se si considerano anche gli investimenti di modesta entità nei settori Hospitality e Food&Beverage - vi sono già molte aziende italiane con una presenza stabile sul suolo messicano (circa 1.400).
L’economia del paese certamente legata a doppio filo a quella degli Stati Uniti che assorbono il 78,5% dell’export e all’andamento del prezzo del petrolio che rappresenta la voce principale delle esportazioni, negli ultimi anni ha registrato una crescita costante ad un ritmo del 2-3% annuo.
Una realtà non solo dinamica sul piano economico, ma anche giovane e qualificata con un’età media di 26 anni, ricco di manodopera qualificata a basso costo inferiore a paesi come Polonia e Repubblica Ceca.
Il mercato del lavoro è inoltre molto flessibile in ragione della previsione di forti limitazioni al diritto di sciopero e ferie poco generose (6 giorni concessi dopo il primo anno di lavoro), mentre a livello giurisdizionale è sempre riconosciuta la superiorità dei trattati internazionali sulle leggi federali e questo fa sì che le imprese italiane possano non preoccuparsi eccessivamente perché forti delle tutele offerte dal diritto internazionale.
Nella parte conclusiva dell’evento si è infine passato ad analizzare le concrete opportunità presenti nel settore telecomunicazioni e nel settore energetico.
Nel comparto tlc la riforma stabilisce l’accesso alla banda larga come diritto costituzionale, concedendo agli organi regolatori la facoltà di sanzionare qualsiasi pratica monopolistica ed aprendo il mercato a nuove concessioni radio-televisive. Contro questa legge, che prevede che nessun operatore possa detenere più del 50% delle quote di mercato, pena l’esborso di somme notevoli in favore dei concorrenti svantaggiati, c’è stata una battaglia durissima dentro e fuori dal Parlamento ma alla fine il Presidente della Repubblica Nieto è riuscito a spuntarla.
Nel comparto degli idrocarburi le liberalizzazioni previste, rappresentano una grande occasione per le imprese italiane, specialmente per quelle che godono del know how specifico per lo sfruttamento di giacimenti offshore, sono 44 le nuove aree per l’espolorazione e l’estrazione individuate negli ultimi mesi al largo delle coste messicane.
Particolarmente ambizioso è infine il piano relativo alle energie rinnovabili: il Messico infatti si è dato l’obiettivo di passare dall’attuale esigua quota pari al 5% ad un ben più consistente 35% in soli dieci anni. Anche in questo caso il potenziale di questo mercato è davvero importante stimato in ben 44 miliardi di euro e all’Italia non manca il know-how per vincere.
Come ha ricordato Gabriel Rosenzweig, incaricato d’affari presso l’Ambasciata del Messico in Italia, nel suo saluto di benvenuto:
“Noi messicani siamo fortemente attratti dall’Italia. Per le imprese italiane fare business in Messico è semplice per l’affinità che lega i nostri due paesi”.
Dunque il contesto operativo messicano è tutto sommato favorevole e nonostante il persistere di criticità da considerare (corruzione ed eccessiva burocrazia) l’atteggiamento verso gli investitori stranieri è pro-attivo e favorevole, come ha ricordato il rappresentante dell’ambasciata messicana, sta agli imprenditori italiani saper cogliere i benefici derivanti da qualcosa che va oltre il business e la competitività: “la profonda empatia che unisce Messico ed Italia”.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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