In un mercato globale sempre più connesso - come dimostrato dalla recente conclusione del negoziato TPP – nel quale si assiste al proliferare di accordi di natura commerciale per favorire una maggiore integrazione e armonizzazione delle regole, non manca la previsione di norme di livello nazionale per regolarizzare e gestire processi in grado di modificare o peggiorare standard di sicurezza ormai consolidati nel tempo.
Per l’importanza del mercato e per ovvie ragioni facilmente intuibili, tra le agenzie più note al mondo che stabilisce e attua norme di sicurezza vi è la Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia statunitense la cui mission è salvaguardare la salute dei cittadini americani dai prodotti in libero commercio.
L’imprenditore italiano che desidera vendere i propri prodotti negli Stati Uniti, deve preventivamente verificare e adeguarsi alle regole stabilite dalla FDA e, una volta importato il bene, prevedere ulteriori controlli da parte degli agenti preposti presenti con propri uffici in tutte le dogane statunitensi.
La normativa è in costante evoluzione e recentemente sono stati integrati nel corpus centrale due nuovi regolamenti per i controlli preventivi che le aziende dovranno attuare per prodotti “human and animal food”. La ratio è aggiornare gli standard FDA che riguardano i sistemi di prevenzione per garantirne pratiche più moderne e sicure, soprattutto alla luce degli scandali e delle ondate di epidemie letali degli ultimi dieci anni.
I dati parlano chiaro e sono circa 48 milioni - un americano su sei – le persone che si ammalano ogni anno per malattie di origine alimentare e secondo i dati del Centers for Disease Control and Prevention, circa 128.000 persone sono ricoverate in ospedale e 3.000 muoiono ogni anno a causa di contaminazioni di cibo o bevande.
Le nuove regole - final rules - che entreranno in vigore il prossimo 16 novembre, integrano disposizioni già presenti nel “Modernization Act per la sicurezza alimentare” (FSMA) promulgato dal Presidente Obama il 4 gennaio 2011, prevedendo nuove autorità di controllo per contribuire a realizzare più alti tassi di conformità alle norme di sicurezza e di prevenzione affinchè si evitino a monte difformità e rischiosità tali da far ricadere l’imprenditore in una sequela di denunce e responsabilità civili e penali.
La stessa FDA descrive il FSMA “la riforma più radicale delle nostre leggi sulla sicurezza alimentare in oltre 70 anni”, a dimostrazione della capillarità di intervento attuato con questi nuovi regolamenti.
Destinatari delle nuove procedure sono tutte le aziende medie e grandi, statunitensi e straniere, che operano nella filiera agroalimentare e che entro un anno dovranno predisporre per iscritto un piano relativo alla sicurezza degli alimenti integrato ed un’analisi dei rischi e dei controlli preventivi.
Il resto delle aziende alimentari dovranno invece adeguarsi alle nuove norme entro il 2018.
I termini per il rispetto delle nuove regole sono scaglionati nell’arco di diversi anni, ma le imprese più piccole avranno più tempo per rispettare le nuove procedure, per la cui implementazione verranno supportate dai tecnici FDA, attraverso la predisposizione di una piccola guida per aiutarle nel loro processo di adeguamento ai nuovi canoni.
A supportare le imprese in questa evoluzione normativa, ci sarà anche Grocery Manufactures Association (GMA), la più importante istituzione rappresentante di molte delle società interessate dalla nuova normativa, che assumerà il ruolo di leadership per “educare” i produttori di alimenti e bevande al rispetto della legge.
Sono sette le procedure fondamentali che compongono la legge, finalizzate a modernizzare i processi produttivi alimentari:
- Piano di sicurezza alimentare;
- Analisi dei rischi;
- Controlli preventivi;
- Monitoraggio;
- Azioni correttive e Verifica;
- Programma di filiera;
- Piano di richiamo e report associati;
Per quanto riguarda nello specifico le novità dei due regolamenti, essi andranno a modificare i requisiti precedenti in tre modi principali.
In primo luogo, vi saranno nuovi obblighi per le imprese registrate alla FDA che dovranno prevedere un piano di sicurezza alimentare con l’analisi dei rischi e pericoli. Al contempo l’Agenzia Governativa si muoverà parallelamente con attività di verifica per adattare le opportune azioni correttive e gestire i report che documentano tali azioni.
In secondo luogo, i regolamenti modernizzeranno la FDA attraverso la previsione di buone prassi di fabbricazione, lavorazione e imballaggio degli alimenti, presenti nella normativa cGMP, aggiornata nel lontano 1986.
In terzo luogo, si andrà ad incidere su disciplina e campo di applicazione delle nuove norme, prevedendo un’esenzione per le “fattorie”, imprese di piccola dimensione a conduzione familiare.
Molti sono i sostenitori sulla sicurezza alimentare che hanno applaudito le nuove misure precauzionali prevedendo di trasformare un sistema di regolamentazione che tradizionalmente è stato reattivo in uno che agisce per prevenire le contaminazioni in via preventiva.
Sebbene la nuova disciplina sia stata accolta da strali di consenso tra le associazioni di categoria e istituti scientifici, la FDA dovrà affrontare sfide significative, tra cui assicurare finanziamenti adeguati da parte del Congresso in modo da rendere effettive ed efficaci le nuove pratiche poste in essere.
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Fonte: a cura di Exportiamo, di Annarita Summo, redazione@exportiamo.it
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