L’Indonesia é a pieno titolo una potenza regionale importante sia per la sua dimensione territoriale che per la sua collocazione geostrategica e può contare su una vasta gamma di risorse naturali (gas, petrolio, minerali, ecc.), oltre ad essere una meta turistica importante in ragione della sua straordinaria biodiversità.
Parliamo naturalmente di un grande Paese e bastano poche cifre per ricordarlo: quarto paese più popoloso al mondo, primo per numero di fedeli musulmani e terza democrazia più estesa del globo, l’Indonesia rappresenta il più grande arcipelago del mondo con oltre 17.500 isole e 2/3 del territorio coperto dal mare.
L’economia indonesiana - la prima del Sud-Est asiatico - ha confermato in questi anni la propria solidità con tassi di crescita dal 2004 stabilmente superiori al 5%, tra i più alti dell’area e secondo il Fondo Monetario Internazionale la crescita rimarrà sostenuta nei prossimi anni, con tassi medi di crescita attorno al 6% fino al 2018.
Un paese in evoluzione e in crescita continua, dove il PIL pro capite tra il 2007 e il 2014 ha subito un incremento medio annuo del 13,5% ed é quasi raddoppiato in valore, passando da 1.897 a 3.660 dollari statunitensi. Entro il 2020 il Governo si prefigge di far crescere ancora il reddito della popolazione indonesiana al fine di fare rientrare il paese a pieno titolo nel novero di quelli a medio reddito, lasciandosi alle spalle povertà, lotte intestine e una storia travagliata.
La via imboccata sembra quella giusta e secondo le stime della Banca Mondiale, il ceto medio indonesiano é cresciuto del 57% nel periodo 2004-2014, con un tasso di espansione più rapido di quello cinese e sono proprio la crescita economica - insieme alla stabilità politica del Paese - ad aver contribuito a rafforzare la fiducia dei mercati internazionali nella sostenibilità dello sviluppo del paese a medio-lungo termine, grazie anche alle prudenti politiche fiscali e monetarie del Governo di Giacarta.
Gli analisti sottolineano poi come il vantaggio competitivo dell’Indonesia risieda nel suo ampio e crescente mercato nazionale che isola in maniera significativa l’economia dagli shock esogeni.
Tutto ciò naturalmente ha inciso negli ultimi anni anche nella crescita degli investimenti esteri e nel 2014, secondo la locale agenzia di attrazione per gli investimenti, l’Indonesian Investment Coordinating Board (BKPM), sono cresciuti del 16% per un controvalore di 37 miliardi di dollari.
A livello settoriale i principali investimenti stranieri riguardano elettronica e settore minerario con investimenti pari a 9 miliardi di dollari per ogni comparto, seguiti dalle costruzioni (8 miliardi di dollari) e dal settore alimentare e delle colture agricole permanenti con 6 miliardi di dollari ciascuno.
A livello geografico invece, il 20% del totale degli investimenti stranieri provengono da Singapore, seguiti dal Giappone con circa 3 miliardi di dollari, dalla Malesia con 1,8 miliardi di dollari. I primi investitori europei sono rappresentati invece da Olanda e Regno Unito con circa 1,5 miliardi di dollari d’investimenti ciascuno.
Per continuare a far crescere l’economia e il reddito della popolazione e per attrarre investimenti stranieri, le autorità locali puntano molto sul nuovo Master Plan for Acceleration and Expansion of Indonesia’s Economy Development - MP3EI (oltre 420 miliardi di dollari in regime di “Public Private Partnership”) per realizzare l’obiettivo ambizioso di rendere l’Indonesia la decima economia mondiale nel 2025.
Il programma punta alla realizzazione di 6 “corridoi economici” nelle principali isole indonesiane:
- Sumatra: settore minerario e agricolo (in particolare olio di palma).
- Giava: settore manifatturiero e servizi.
- Kalimantan: settore minerario.
- Sulawesi: settore agricolo, piantagioni, pesca.
- Bali-Nusa Tenggara: turismo e produzione alimentare.
- Papua-Maluku: risorse naturali.
Tre linee d’azione principali sono ritenute invece fondamentali per raggiungere gli ambiziosi obiettivi delle autorità locali, da realizzare naturalmente tenendo conto del contesto competitivo globale con il quale tutti dobbiamo fare i conti.
Innanzitutto é necessario aumentare il valore aggiunto favorendo l’espansione della catena del valore per i processi produttivi industriali e aumentando l’efficienza della rete di distribuzione. Naturalmente bisognerà poi intervenire per incoraggiare l’efficienza nella produzione e migliorare le strategie di marketing per integrare ulteriormente i mercati nazionali, al fine di rafforzare la competitività e di conseguenza l’economia nazionale. Lo sviluppo del paese poi, non può prescindere dall’innovazione di processo e di marketing con un focus sul rafforzamento complessivo della competitività globale sostenibile creando un’economia sempre più incentrata sull’innovazione.
Andando invece ad analizzare le relazioni bilaterali, l’Indonesia é il primo partner commerciale dell’Italia tra i Paesi ASEAN, secondo mercato delle nostre importazioni dopo il Vietnam e terzo mercato delle nostre esportazioni dopo Thailandia e Singapore. Nel corso del 2014 inoltre tutti gli investitori italiani presenti in Indonesia, hanno preannunciato piani di espansione della propria attività, proprio in ragione dei positivi risultati economici aziendali e del dinamismo del Paese.
L’immagine dell’Italia é particolarmente buona nel Paese come nell’intera regione del Sud Est asiatico, con un profondo e diffuso riconoscimento dei nostri marchi storici e delle nostre eccellenze nei settori tradizionali del “Made in Italy”, mentre é relativamente meno diffusa la conoscenza delle capacità tecnologiche del nostro Paese, soprattutto nei settori più avanzati, (meccatronica, aerospazio, servizi, IT, soluzioni ambientali e energie rinnovabili).
Non ci stancheremo mai di ripetere quanto la promozione delle opportunità é fondamentale per favorire la creazione di un reciproco clima di fiducia e lo scambio di informazioni utili e necessarie per comprendere e comprendersi meglio, nel caso dell’Indonesia - mercato lontano e a un primo sguardo difficile - ma anche nel caso di realtà più vicine e assimilabili.
Ieri 6 settembre, la vetrina di Expo é stata dedicata interamente all’Indonesia con la celebrazione del “National Day”, mentre oggi 7 settembre le nostre imprese interessate ad approfondire una realtà così lontana e interessante, sono chiamate a raccolta a Milano per l’Indonesian Investment Day, un’occasione utile per dare nuovo slancio alla cooperazione bilaterale nella speranza che le nostre imprese saranno sempre più capaci di guardare lontano e di diventare partner credibili nel processo di crescita e sviluppo di realtà oggi pronte a dispiegare tutto il loro potenziale dopo decenni di mancato sviluppo e contraddizioni evidenti.
L’invito é sempre quello di saper non solo guardare, ma anche andare lontano: le soddisfazioni saranno direttamente proporzionali alla distanza.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it