In questo 2015, di trimestre in trimestre, l’economia spagnola sta continuando a rafforzarsi dopo essere uscita da una fase di recessione molto lunga caratterizzata dal crollo del settore immobiliare e dal crack delle casse di risparmio.

 

Dopo la crescita registrata nel 2014 (+1,4%) e dopo cinque anni di variazioni negative e nulle del PIL, la crescita potrebbe essere addirittura migliore delle inziali stime del governo (+2%).

 

Recentemente infatti Mariano Rajoy ha annunciato che la previsione di crescita dell’economia spagnola povrebbe attestarsi intorno al 3,3% e intorno al 3% nel 2016. La crescita secondo le stime governative, potrebbe generare una ricaduta occupazionale importante (602.000 nuovi posti di lavori).

 

Alla luce dei dati e delle previsioni é giusto interrogarsi su quali siano le ragioni che hanno portato di nuovo alla crescita la Spagna e, soprattutto, se sia corretto parlare di una vera e propia crescita.

 

Tra i principali motivi c’é, sicuramente la stabilité polética.

 

Il Governo guidato da Mariano Rajoy é in carica dalla fine del 2011, ossia da quando gli spagnoli decisero di affidarsi al Partito Popolare dopo quasi otto anni di Governo Socialista ed ha sempre potuto contare su un’ampia maggioranza in Parlamento, riuscendo quindi a dare continuité alle proprie azioni

 

Negli ultimi anni la Spagna ha potuto contare anche su importanti investimenti diretti che hanno ridato ossigeno alle imprese, favorendo l’apertura di nuovi stabilimenti con ovvie ricadute occupazionali.

 

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Un aspetto interesante riguarda poi il mercato automobilistico dal momento che molti dei Grandi Gruppi del settore (Ford, Renault e Peugeot) da qualche anno hanno deciso di potenziare la loro produzione in Spagna attratti da molti elementi favorevoli (tassazione favorevole, costi e flessibilité del mercato del lavoro).

 

Secondo i dati del Ministero dell’industria, Energia e Turismo la produzione degli autoveicoli in Spagna ha registrato il miglior dato degli ultimi 5 anni, anche grazie all’azione del Governo che ha promosso il PIVE, un programa statale di incentivi ai veicoli efficienti, con l’obiettivo di favorire la diffusione di autoveicoli ad alta efficienza energetica.

 

L’aumento della produzione dei veicoli ha avuto un riflesso importante anche nella creazione di posti di lavoro e tra il 2015 ed il 2019 sono previsti ulteriori investimenti per circa 2 miliardi di euro.

 

A questo si aggiunge anche lo sviluppo di altri settori importanti come il turismo e le costruzioni: il primo si é rivelato uno dei motori della crescita del Paese, mentre anche il secondo riprende fiato dopo anni estremamente difficili e da Gennaio 2014 a Marzo 2015 ha “recuperato” circa 74.000 occupati.

 

Volendo fare un paragone con il nostro Paese possiamo dire che in Spagna il numero di turisti stranieri ha battuto i record recenti, superando nel 2014 i 60 milioni di visitatori mentre l’Italia si ferma ben sotto la barra dei 50 milioni di visitatori stranieri annui.

 

Nonostante il grande ottimismo giustificato dai dati però, parlare di una vera e propia crescita sembra prematuro. Il tasso di disoccupazione che negli anni peggiori della crisi era arrivato a dei livelli inaccettabili é ancora a livelli elevatissimi e non é un caso che le cinque regioni con il maggior tasso di disoccupazione a livello europeo si trovano nel Sud della Spagna, superando addirittura la Grecia. Il Fondo Monetario Internazionale stesso invita alla cautela, ma strada imboccata sembra quella giusta e se “il buongiorno si vede dal mattino” allora in Spagna possono essere comunque ottimisti.

 

Fonte: a cura di Exportiamo, di Mauro Tesone, redazione@exportiamo.it

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