Sono partito per Milano certo di prender parte a un evento totalizzante, con la convinzione che durante la manifestazione sarebbe stato impossibile rimanerne immuni, dimostrarsi refrattari e/o provare ad avere tutto sotto controllo, salvo dono dell’ubiquità.

Rientrato a Roma, credo di non essermi sbagliato e anche se al mio primo Salone, come me credo in molti possano condividere questa sensazione.

A livello statistico dal momento che proprio oggi pensavo a come vivere - esulando e guardando all’ennesima ecatombe nel Mediterraneo - pare sempre di più un fatto di incidenza statistica e del dove ci si colloca o meglio lo fa la sorte per noi con una drammatica incidenza sempre maggiore della geografia sul proprio destino; mi supporta il mio amico, quello che in questa settimana meneghina di tradizionale speculazione alberghiera che avrebbe reso altrimenti il mio soggiorno insostenibile, ospitatandomi a Milano.

Anche lui ha dovuto cedere alla sua refrattarietà e alla sua presunta immunità faticosamente e illusoriamente acquisita dopo 4 anni di Milano, per riversarsi inesorabilmente nei “Fuorisalone” di Via Tortona: non é per assolverlo ma credo che in questo caso non si tratti di una prova di incoerenza quanto piuttosto della potenza aggregatrice e del magnetismo di questo “aperitivo di Expo”, come ha definito il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia il Salone del Mobile e l’universo che gli ruota intorno quest’anno.

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La potenza e la portata dell’evento l’ha sintetizzata bene il Premier Matteo Renzi, intervenuto al Salone nel pomeriggio della giornata inaugurale, rivendicando come a Milano, il Salone non é “una roba da fighetti” come qualcuno scrive, ma rappresenta “un pezzo dell’economia italiana” e di come lo stesso evento e gli espositori che lo animano, assolvano un compito difficilissimo in Italia, “tenere insieme la tradizione e l’innovazione”.

All’interno della fiera tutto ruota intorno al mobile e all’Arredo, una di quelle “4 A” che spesso auto-limitano e semplificano la visione sul saper fare italiano, ma che certamente rappresentano eccellenze davvero inarrivabili per la nostra concorrenza.

Fuori dal Salone invece é tutto concesso e tutto si legittima da se e si va dalle “prime rivoluzionarie” come quella dell’I-Watch da parte di Apple sabato scorso in uno dei locali dello Chef-Star Carlo Cracco, alle speranze di giovani designer che provano a tracciare orizzonti di gloria per le loro creazioni nei diversi distretti del circuito dei “Fuorisalone”.

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Roberto Snaidero, Presidente di Federlegno e del Salone del Mobile, soddisfatto anche per il successo di questa edizione, a fine lavori e tirando le somme, ha dichiarato:

“Quando sei cosciente del tuo valore perché l’hai creato con il tuo lavoro, il mercato ti capisce, ti segue, ti premia. Meglio se superi le frammentazioni e ti presenti in squadra, non solo degli “io” ma un “noi” ”.

Andando ai numeri infatti, i visitatori della 54esima edizione della manifestazione milanese sono stati 310.840 in linea con quelli dell’edizione 2013, anno in cui si sono svolte come in questo 2015, le edizioni biennali di “Euroluce” e “WorkPlace 3.0/SaloneUfficio”, mentre nelle due giornate di apertura al pubblico, sabato 18 e domenica 19 aprile, gli ingressi sono stati 30.881.

La forte vocazione globale dell’evento é stata invece confermata dalla presenza di operatori esteri di alto profilo e con forte capacità di spesa che hanno rappresentato la maggioranza tra gli addetti ai lavori (il 69%).

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Un’applicazione puntuale della dinamica del “noi” invocata da Snaidero é certamente stata la perfetta organizzazione dell’area “International Business Lounge”, nata dalla collaborazione tra Agenzia ICE, FederlegnoArredo, Etihad Airways e dal contributo di importanti player italiani del settore. E’ stato qui che gli oltre 60 operatori provenienti un po’ da tutto il mondo (Angola, Mozambico, Sud Africa, USA, Canada, Messico, Regno Unito, Russia, Arabia Saudita, EAU, Israele, Libano, Iran, Qatar, Cina, India, Singapore, Kazakistan, Indonesia, Malesia e Corea del Sud) hanno potuto incontrare le controparti italiane interessate ad approfondire le possibilità e le opportunità di collaborazione.

I delegati sono stati selezionati fra Architetti ed Interior Designers a seguito di un’intensa attività di promozione svolta dall’Agenzia ICE anche con l’ausilio fondamentale di inserzioni pubblicitarie in riviste specializzate in 47 Paesi che hanno coinvolto 190 testate di settore.

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Tra i più presenti vanno registrati cinesi e tedeschi ma fa piacere anche notare una significativa affluenza dal Medio Oriente e in particolare da Arabia Saudita, Libano ed Egitto, oltre a alla crescita dei visitatori provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna e India.

Un successo, una certezza e tante novità come sempre, ed é lo stesso Snaidero a focalizzare l’attenzione sull’aspetto più importante della manifestazione quest’anno, che esula dai numeri in valore assoluto:

“È venuta tanta gente ma questa forse non é una notizia. Per me quest’anno i numeri non esprimono il contenuto di qualità che il salone ha concentrato e rimesso in circolo in questi cinque giorni. I miei colleghi espositori sono stati davvero bravi, ho riversato io a tanti i moltissimi complimenti che ho ricevuto: a dieci giorni dall’apertura dell’Expo sentivamo questa responsabilità, siamo convinti di aver offerto una buona anteprima della sostanza e dello stile di cui é capace il sistema-Paese”.

La “sostanza”, lo “stile”, il “sistema-Paese” si fondono realmente in un tutt’uno nel caso della manifestazione milanese, una notizia positiva già di per sé nell’Italia patria dei mille campanili e delle infinite prerogative e rafforzata, ad esempio, anche dalla visita in fiera a sorpresa di Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, non ha potuto riconoscere anche lui l’eccezionalità dell’evento e  secondo quanto riferito dai responsabili di Federlegno che lo hanno accompagnato, si sarebbe impegnato a sostenere le proposte rivolte dagli imprenditori alla classe politica in merito alla conferma e all’ampliamento del bonus mobili, come richiesto dallo stesso Snaidero pubblicamente al Premier Renzi, oltre a favorire la ricerca di una via diplomatica per ridurre o annullare le sanzioni della Russia.

Vagando e lasciandosi stupire per gli oltre 200.000 m2 di superficie espositiva occupati dalle oltre 2.000 aziende espositrici divise tra il Salone del Mobile, il Salone del Complemento di Arredo e le già citate ricorrenze biennali dedicate alla luce e all’arredo-ufficio, si ha l’impressione di essere all’interno di una macchina perfetta, di un universo parallelo nel quale esserci fa la differenza per chi espone e per chi osserva.

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Camere da letto, armadi, sale da pranzo, elementi complementari, oggettistica, elementi di decoro, tessili,  elementi di illuminazione, arredamenti per ufficio, partizioni, rivestimenti, insomma tutto quello che si può pensare e il tutto declinato nei diversi stili design, moderno e classico.

Per i diversi padiglioni ci si lascia trasportare facilmente (almeno nel mio caso) da una curiosità fanciullesca.

A stregare il visitatore non sono solo soluzioni ipertecnologiche, moderne, alternative ma anche quelle maestose, blasonate (e a tratti “bizantine”, almeno per i gusti) offerte dai leader del mobile classico, il tutto in un contesto internazionale “condito” dalla bella primavera milanese, una piacevole scoperta anche per me.

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Attraversando i padiglioni di “Euroluce” si viene trasportati dai giochi di luce e da tutte le soluzioni di avanguardia nel settore decorativo e in quello illuminotecnico, un luogo di incontro e di business per eccellenza, ma anche una chiara affermazione dei nuovi concept con i loro punti di forza nell’eco-sostenibilità e nel risparmio energetico e il conseguemte trionfo di Led e di soluzioni di design accattivanti con l’utilizzo di materiali vecchi e nuovi.

Nei padiglioni del “Worplace 3.0/SaloneUfficio”, in posizione strategica proprio di fronte ai padiglioni di “Euroluce”, per agevolare il visitatore in un percorso ideale attraverso il mondo della progettazione degli spazi di lavoro e quello delle luci a essi complementari, le aziende espositrici portano alla ribalta soluzioni in linea con nuovi modi di lavorare e nuove esigenze progettuali per appunto “abitare” gli spazi di lavoro, in un contesto in cui si assiste ad una rapida evoluzione, é l’idea stessa del lavoro che sta cambiando e di conseguenza anche gli spazi devono evolversi.

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Obiettivo della manifestazione biennale dedicata ai luoghi di lavoro é proprio quello di proporsi come l’evento, dedicato al design e alla tecnologia, in grado di rispondere al cambiamento e alle esigenze del mercato.

Proprio all’interno dei padiglioni dedicati al Salone Ufficio é stata ospitata invece “La Passeggiata”, la grande installazione firmata da Michele De Lucchi dedicata all’ambiente di lavoro.

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L’ufficio del futuro é un luogo privo di convenzioni e creatore di novità, dove é importante non stare fermi ed é neccessario creare relazione e comunità, anche perché come ha ammesso lo stesso ideatore “ci siamo resi conto che la costrizione sul luogo di lavoro é la cosa meno produttiva che si possa fare”.

Certamente un discorso a parte merita invece l’innovativa applicazione “IN Italy”, un racconto multimediale realizzato con il contributo della Regione Lombardia, che vuole provare a far capire al mondo “Perché un prodotto nato in Italia é un prodotto unico”.

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Si tratta di un viaggio attraverso cinque ambientazioni rappresentative di altrettanti modi di abitare, facendo conoscere all’utente la storia produttiva che si cela dietro ogni oggetto: spiegare cosa racchiude e da dove nasce il “saper fare” italiano. L’app - disponibile per tutti dal 19 aprile - rappresenta una best practice da ampliare e sostenere come ci ha confidato lo stesso Vice Ministro Calenda, naturalmente presente all’inaugurazione della manifestazione che ha accolto con interesse il farsi avanti di nuove soluzioni per promuovere il “Made in Italy”, ovvero il suo impegno quotidiano in giro per il mondo.

Naturalmente la curiosità é stata molta da parte dei partecipanti nel visitare anche il “SaloneSatellite”, giunto quest’anno alla sua 18^ edizione e dedicato al tema “Pianeta Vita” in linea di congiunzione ideale con Expo 2015. Sono stati 700 i giovani designer under 35 che hanno avuto l’occasione di mostrare letteralmente al mondo, le loro idee e le loro realizzazioni, in quello che negli anni si é confermato come trampolino di lancio importante per molti designer oggi affermati.

Il salone é anche l’occasione per presentare agli “addetti ai lavori” studi, analisi e rapporti come l’ormai tradizionale appuntamento con il “World Furniture Outlook” realizzato dal Center for Industrial Studies (CSIL) di Milano, sull’andamento mondiale di produzione e commercio nel campo dell’arredamento, basato sull’analisi dei dati relativi ai 70 paesi più importanti al mondo.

Ad oggi la produzione mondiale di mobili vale circa 480 miliardi di dollari e nell’ultimo quinquennio si é assistito alla conquista di quote sempre maggiori da parte dei paesi asiatici, Cina in primis. Secondo le stime del CSIL nel prossimo biennio, se la crescita del PIL mondiale dovrebbe attestarsi come previsto dalle stime recenti del Fondo Monetario Internazionale, al 3,5% nell’anno in corso, il commercio mondiale di mobili dovrebbe continuare a crescere arrivando a toccare nel 2015 quota 141 miliardi di dollari, basta pensare che solo nel 2009 questo valeva 94 miliardi di dollari.

Il salone si conferma la solita certezza, un’eccellenza indiscutibile e quest’anno sono quasi tutti concordi nell’affermare che la kermesse meneghina abbia rappresentato il primo segnale di una ripresa annunciata e mentre Milano si gode questi giorni tranquilli di primavera, il 1° maggio si avvicina e l’appuntamento più importante per il nostro paese in questo 2015 potrà rappresentare, se si giocano bene le carte, il volano per una ripresa ancora più sorprendente.

 

Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it

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