A Doha, dal 4 al 7 maggio prossimo, l’Agenzia ICE organizzerà la partecipazione collettiva alla manifestazione “Project Qatar 2015”, la più importante iniziativa nel settore delle infrastrutture, progettazione e costruzioni in Qatar, giunta oggi alla XIII^ edizione.
La fiera, aperta solo a visitatori professionali, copre tutti i settori legati al mondo delle infrastrutture e delle costruzioni e così si va dall’edilizia e relativi beni strumentali, all’illuminotecnica, all’ambiente passando perlegno, metallo, vetro, marmo, pietra e relativi macchinari; arredo, bagno e ceramica; elettricità ed energie rinnovabili.
Decisamente una panoramica completa e esaustiva e di conseguenza una potenziale ottima vetrina per le nostre aziende in un mercato molto interessante.
Proviamo quindi a scattare un’istantanea sul piccolo emirato del Golfo, dotato però di grandi risorse naturali e finanziarie.
Nel 2014 il PIL é cresciuto secondo le stime dell’Economist del 6,0% in leggera flessione rispetto al 2013 (+6,5%).
Le autorità del Qatar sono impegnate da anni nel tentativo di diversificare l’economia attraverso investimenti nei settori downstream e nella produzione industriale, così come non mancano nel campo dell’istruzione, della salute e dei trasporti.
Parlando del terzo paese al mondo per riserve di gas naturale, é naturale che nei prossimi anni la crescita continuerà ad essere sostenuta dal settore degli idrocarburi che conta per oltre il 50% del PIL.
Un appuntamento importante é rappresentato certamente dall’organizzazione dei Mondiali di Calcio del 2022, che saranno ospitati proprio nel piccolo emirato, inondato per l’occasione da ingenti investimenti a livello infrastrutturale.
Dati alla mano invece, l’accorta politica fiscale del Qatar continua a riscuotere il consenso delle agenzie internazionali di rating come testimonia la promozione da parte di Standard & Poor’s che ha elevato la sua valutazione da A+ a AA- grazie all’accelerazione impressa alle riforme ed alla solida posizione finanziaria del Paese.
Dei circa 1,7 milioni di qatarini, il 26% della popolazione ha meno di 24 anni e per salvaguardare la popolazione locale, esistono particolari “politiche di qatarizzazione” che obbligano le aziende private ad assumere personale locale.
I costumi locali dei giovani e dei meno giovani, sono caratterizzati da una forte propensione al consumo: non dimentichiamo che nei circa 11.500 km2 del piccolo Emirato, si concentra la più alta densità di milionari al mondo.
Andando ad analizzare le relazioni commerciali bilaterali, se nel 2013 l’export italiano verso il Qatar é cresciuto del 5% arrivando a quota 1,07 miliardi di euro, nell’ultimo anno si é registrata una leggera flessione (-3,6%), mentre - in linea con la crisi - nell’ultimo biennio si é assistito a un crollo delle importazioni italiane composte essenzialmente da GNL (-25,2% nel 2013 e -29,6% nel 2014).
Tra i principali beni esportati dall’Italia troviamo invece comme d’habitude, meccanica strumentale, autoveicoli e arredamento; mentre tra le principali società italiane operanti nel paese ci sono Finmeccanica (attraverso le controllate Fata, Selex Sistemi Integrati ed AgustaWestland), Saipem, Impregilo, Rizzani De Eccher, Prysmian, Trevi, Astaldi, Maire Tecnimont, Marcegagli e altri importanti player.
Dando uno sguardo al futuro invece, secondo le previsioni della SACE, l’export italiano nel 2016 crescerà del 9,7%.
La percezione del “Made in Italy” invece é ottima ed é associata al lusso, all’altissima qualità e al valore creato del design.
Particolarmente interessanti sono i dati dell’export dell’arredo italiano, in costante aumento. L’Italia ha quote di mercato che vanno dal 16% al 38% a seconda del tipo di mobile e non mancano prospettive di crescita ancor più promettenti tenendo conto anche del fatto che le spese per la casa e per l’alloggio rappresentano in media il 19% per i qatarini e che i prodotti di alta e media gamma, sono importati principalmente proprio da Italia, Spagna e Stati Uniti.
Da segnalare inoltre é come le autorità dell’emirato abbiano attuato nel tempo una serie di azioni volte ad agevolare ed incentivare gli investimenti diretti in alcune specifiche aree (sono già presenti due zone speciali destinate alla produzione e ne stanno nascendo almeno altre tre) attraverso l’applicazione di tariffe agevolate sul reddito d’impresa (oggi al 10%) e la possibilità di accesso a finanziamenti diretti mirati.
Il Qatar accoglie con favore la partecipazione le aziende straniere pronte a sottoscrivere joint ventures con società locali. Gli investitori stranieri possono infatti investire in ogni settore dell’economia qatarina, purché nella società i soci locali detengano una quota non inferiore al 51%.
Il Governo di Doha ha poi negli anni previsto una serie di incentivi per favorire la costituzione di joint ventures a partecipazione mista, tra le quali agevolazioni sul prezzo del gas, dell’elettricità e dell’affitto annuo dei terreni industriali. Non é prevista alcuna tariffa doganale sull’importazione di macchinari, impiantistica e parti di ricambio e nessuna tassa sulle esportazioni mentre esistono esenzioni fiscali sui profitti societari per periodi pre-determinati e nessuna restrizione quantitativa sulle importazioni. Anche i redditi da lavoro dei cittadini stranieri non sono tassati e vi é un’immigrazione libera e facilitazioni per l’impiego di manodopera straniera specializzata e non.
Ad alimentare invece la crescita del settore alberghiero (+11,7%), ci pensa il turismo soprattutto in seguito al lancio del piano di sviluppo infrastrutturale per i già citati Mondiali di Calcio del 2022 ed entro il 2020 é prevista la costruzione di 77 Hotel e strutture ricettive da sommare ai 105 già esistenti.
Oltre a voler attrarre investimenti, attraverso il fondo sovrano Qatar Holding, che fa capo all’emiro Hamad bin Kalifa al Thani, il paese negli ultimi anni sta espandendo i suoi interessi in Europa, acquisendo importanti asset nel settore turistico, alberghiero e dell’intrattenimento e anche l’Italia rappresenta una meta privilegiata come dimostra l’acquisizione, ad esempio, dell’Hotel Gallia di Milano.
Questi piccoli scatti sulla realtà del Qatar dimostrano come stiamo parlando di un paese davvero interessante pronto ad offrire grandi opportunità alle nostre aziende ma al contempo pronto a investire in Italia.
A Doha e dintorni, da tempo le autorità hanno capito come a guidare lo sviluppo può e deve essere il settore privato attraverso l’attrazione di capitali e know how straniero e di conseguenza per chi é vuole affrontare l’avventura, la situazione é eccellente.
Fonte: a cura di exportiamo, di Alessio Cacciapuoti, redazione@exportiamo.it