Il territorio dell’attuale Perù comprende gran parte dell’area culturale in cui, nel corso di quasi tre millenni, si svilupparono le maggiori civiltà dell’America Meridionale. Colonia spagnola dal 1532, il Perù ottenne l’indipendenza nel 1821.
Uno studio recente di Bloomberg include il Perù fra le prime 8 nazioni in più rapida crescita nel mondo, con un’espansione del 4,3% nel 2015, superiore al 4% stimato dal Fondo Monetario internazionale (FMI), senza dimenticare che il Paese andino é stato, nel periodo 2003-2013, una delle economie a maggior tasso di sviluppo dell’America Latina, con una crescita media del 6,3%.
La bilancia commerciale é attiva e le autorità hanno la possibilità di completare una politica fiscale espansiva. Le crescenti riserve internazionali consentiranno alla banca centrale, il Banco Central de Reserva, di poter continuare ad agire nei mercati valutari per frenare l’eccessivo apprezzamento del “Nuevo Sol”, la valuta locale.
Il Governo di Lima mira a rassicurare i mercati sulla solidità dell’economia peruviana e sul perdurante clima favorevole per gli investimenti come dimostrato anche dalla politica di apertura ai mercati mondiali che ha portato ad esempio alla conclusione del Trattato di Libero Scambio con l’Unione Europea, in vigore dal marzo 2013, che di fatto ha cancellato i dazi doganali e aumentato le capacità dell’interscambio commerciale.
Recentemente é stato anche annunciato l’avvio, nel secondo trimestre del 2015, dei negoziati per la conclusione di un Trattato di libero commercio con l’India.
Un paese in crescita e in continua evoluzione dunque, come dimostra anche la promozione dei diversi interventi annunciati nel settembre 2014, nel corso di un discorso tenuto al Congresso della Repubblica dal Presidente, Ollanta Humala che interesseranno i settori chiave dell’economia (infrastrutture, energia, industria mineraria, trasporti, edilizia, sicurezza, scuola e sanità).
Il Perù può contare inoltre su importanti risorse naturali.
Secondo produttore mondiale di rame con l’obiettivo di triplicare entro il 2020 le esportazioni di questo minerale; nel Paese andino un ruolo importante é rappresentato anche dall’agricoltura, con la coltivazione del caffé, mentre sulla costa spiccano le colture commerciali destinate in parte all’esportazione(cotone, canna da zucchero, riso, patate dolci e agrumi).Tipici sono poi gli allevamenti di lama e dell’alpaca, che dà una lana finissima.
Grande rilevanza per l’economia del Paese andino deriva anche dalla pesca dal momento chel’abbondanza di plancton, condotto dalla fredda Corrente di Humboldt, rende le coste peruviane ricche di pesce.
Anche le foreste rappresentano un’importante risorsa e sonoricche d’ogni genere di legname (cedro, mogano, palissandro, ecc.), con un tasso di deforestazione della sua parte di Amazzonia, assai più basso di quello del Brasile.
E’ intenzione del governo, puntare sullo sviluppo del settore forestale, come annunciato recentemente dal Ministro per l’Agricoltura e l’Acqua, Juan Manuel Benites, rilevando che si tratta di uno dei settori meno sviluppati a livello nazionale ma con grandi opportunità di crescita derivanti dalla partecipazione degli investitori privati e delle comunità native: l’obiettivo é garantire un contributo annuo al Prodotto interno lordo di 3 miliardi di dollari.
Altra leva fondamentale dell’economia peruviana é rappresentata certamente dal turismo, con gli importanti flussi turistici attratti da mete quali Lima, Cuzco, Machu Picchu o dalla foresta amazzonica e dal lago Titicaca.
Andando invece alle relazioni bilaterali, malgrado il ridimensionamento dell’interscambio nel 2014, negli ultimi anni il nostro Paese é diventato il quarto partner economico europeo del Perù, mentre lo stock degli investimenti italiani nel Paese é di circa 120 milioni di dollari USA.
A livello merceologico, le esportazioni peruviane in Italia sono costituite essenzialmente da materie prime (circa il 78% del totale) ed in misura minore lane, cotone e prodotti agro-alimentari ed ittici. Le importazioni peruviane nel nostro Paese sono rappresentate essenzialmente da macchinari per l’industria, prodotti alimentari e tessili di qualité medio-alta.
Esistono certamente ampi margini di crescita per la presenza commerciale e gli investimenti italiani in loco, sia a livello di commesse da parte delle autorità pubbliche che di fornitura di macchinari e tecnologia per lo sviluppo dell’industria di trasformazione. Si afferma inoltre una richiesta da parte della nascente classe media peruviana di prodotti di qualità, ed in questo il “Made in Italy” ha naturalmente tanto da dire e appare opportuno quindi, a livello commerciale, intraprendere azioni per sottolineare la competitivité non tanto sul prezzo, quanto sulla qualità e l’affidabilità dei prodotti italiani.
Sandro Targa, già co-direttore del Fondo italo-peruviano, ha descritto il Perù “come un’Italia degli anni Sessanta, con un’attività economica dinamica e 400 mila case da costruire prima possibile”.
In Perù c’é dunque spazio sia per le grandi aziende che per le nostre PMI che dovranno essere capaci, come sempre, di guardare e andare lontano.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Fabrizio Andreoli, redazione@exportiamo.it