Passata la tempesta?
Non proprio ma una cosa é certa: la ripresa arriverà dalla domanda internazionale ed é lì che tocca “agganciarsi” e il Governo con le misure intraprese ha provato ad intervenire proprio sulla capacità di affrontare i mercati internazionali da parte delle nostre imprese, con un obiettivo concreto, far raddoppiare il numero delle aziende stabilmente esportatrici arrivando a 40-50.000 PMI, per poi riuscire a coinvolgere tutte le 70.000 potenzialmente orientate all’export.
E’ cosa nota infatti come in questo 2015 il governo abbia stanziato nuove risorse per la promozione del “Made in Italy”, stiamo parlando di 130 milioni di euro ai quali vanno sommate tutte le risorse recuperate dai diversi fondi, arrivando dunque a una cifra importante, come ha più volte sottolineato il Vice Ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda:
“Per la prima volta nella storia del paese siamo al livello dei nostri competitor: 261 milioni di euro contro una media di 45 milioni negli ultimi 5 anni. Ora la sfida é spenderli bene. Con due principi cardine: le imprese decidono cosa serve loro per esportare e le iniziative vengono testate su scala ridotta prima di investire in modo massiccio”.
Tra le misure più innovative previste dal “Piano Straordinario per il Rilancio Internazionale dell’Italia” vi é la previsione di uno stanziamento di 20 milioni di euro per l’erogazione dei “Voucher Export Temporary Manager”.
L’idea di fondo é che per far crescere il numero delle piccole e medie imprese che esportano, é necessario un salto di qualità anche sul piano organizzativo andando a sopperire alla mancanza di competenze manageriali in grado di accrescerne la proiezione sui mercati internazionali.
Con l’erogazione dei voucher, un contributo complessivo di 10.000 euro ad azienda per integrare a tempo determinato nella propria organizzazione specialisti in grado di rinnovare approccio e visione in merito al potenziale da sfruttare nei mercati internazionali, le PMI potranno dunque accedere a management specializzato nell’export a costi ridotti.
I requisiti e le modalità di assegnazione dei voucher saranno invece previsti dal Ministero dello Sviluppo economico e dovrebbero essere in dirittura di arrivo.
La misura é resa ancora più organica dalla previsione di un ulteriore investimento di oltre 2 milioni di euro nella formazione di 400 manager, al fine di incrementare il numero di export manager disponibili sul mercato. Il progetto prevede infatti la realizzazione di 5 interventi formativi a carattere pluriregionale, con un ruolo di coordinamento generale e progettazione affidato all’Agenzia ICE e sarà realizzato in collaborazione con Regioni, Associazioni imprenditoriali, Sistema Camerale e Universitario.
Lo scorso 26 febbraio é stata la stessa “Cabina di Regia sull’Internazionalizzazione” svoltasi al Ministero dello Sviluppo Economico e co-presieduta dal Ministro Guidi, dal Ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni e dal vice ministro Carlo Calenda, a “dare i numeri” sugli effetti concreti della misura e almeno in prima battuta - con lo stanziamento attuale - saranno coinvolte circa 2.500 imprese da individuare in collaborazione con gli enti regionali e il mondo associativo.
Il tentativo é quindi quello di far fare un salto di qualità anche culturale alle nostre PMI che dovranno abituarsi al contatto costante con realtà esperte in materia di export, in grado di offrire una consulenza mirata per la definizione e l’attuazione di una strategia commerciale e la necessaria formazione al personale aziendale direttamente coinvolto nella gestione delle attività internazionali.
Non mancano naturalmente le critiche o meglio i diversi punti di vista da parte di chi da anni si occupa di internazionalizzazione e che tutto sommato appare più che condivisibile.
Si fa notare infatti come sia necessario un ulteriore salto culturale.
L’obiettivo é quindi l’integrazione nelle aziende di “Project Manager per l’internazionalizzazione”, favorendo inoltre un’attività di mentoring da parte di professionisti di lungo corso nei confronti di giovani risorse che stabilmente entrano in azienda.
Questo é ritenuto un passaggio necessario e di prospettiva proprio per contribuire a strutturare quella cultura dell’internazionalizzazione, fondamentale per riprendere un ruolo da protagonisti sui mercati internazionali e per poter cogliere i “dividendi della globalizzazione”.
E’ indubbio come in termini di approccio e di metodo sia stato fatto un passo avanti da parte del Governo che porta avanti anche un esperimento “sociologico”, andando ad incidere sulle strutture interne delle nostre PMI spesso caratterizzate dalla gestione familiare, genuina ma a volte poco lungimirante e diffidente.
Non rimane che seguire le evoluzioni dei prossimi mesi, valutare i risultati e se necessario cambiare rotta, subito, senza incorrere nel rischio, sempre presente nel nostro paese, di creare “falsi miti di progresso”.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it