Abbiamo già avuto modo di approfondire come il nostro paese fin dall’inizio abbia puntato sul nuovo Egitto di Abdel Fattah al Sisi e come la sua recente visita a Roma sia stata il primo impegno ufficiale in Europa per il nuovo leader egiziano e anche l’occasione utile per rilanciare il partenariato strategico tra i due paesi con la firma di importanti accordi e contratti tra imprese e istituzioni dei due paesi in occasione della riunione del Business Council Italo-Egiziano organizzato in concomitanza alla “trasferta” di al Sisi.
L’importanza delle relazioni Italia-Egitto é innanzitutto nei numeri relativi agli scambi commerciali, nei primi undici mesi del 2014 l’interscambio arriva a circa 4,8 miliardi di euro con una crescita delle nostre esportazioni del 4,2% e la ripresa a regime delle nostre importazioni di petrolio greggio e di prodotti derivati dalla lavorazione.
E’ interesse comune continuare ad alimentare una relazione strategica e privilegiata basata sul riconoscimento delle proprie peculiarità e su una prossimità geografica e culturale innegabile. A questo sempre di più si aggiunge la necessità per il nostro Paese di dare concretezza alle aspirazioni di essere faro del Mediterraneo e dunque, non si può prescindere dall’avere alleati credibili nell’area.
A livello regionale l’Egitto aumenta il suo peso strategico con il suo impegno in Libia e con i raid aerei delle settimane scorse dopo il massacro dei cristiani copti con la decapitazione di 21 egiziani sulle spiagge di Sirte.
L’escalation libica andando un po’ indietro e contro la memoria corta che anima il nostro tempo, ripensando all’eliminazione di Gheddaffi può essere sintetizzata in un “Sic Transit Gloria Lybiae”.
La situazione va affrontata e le minacce nei confronti del nostro paese crescono anche se c’é chi negli ambienti di intelligence definisce il nostro paese un retroterra logistico per i terroristi da preservare piuttosto che da sconvolgere.
La recente visita a il Cairo del Sottosegretario con delega ai Servizi segreti, Marco Minniti per recapitare una lettera del premier Matteo Renzi al presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi va proprio in questa direzione e i contatti continui ad alto livello tra i due Paesi si sono intensificati negli ultimi tempi.
La missione sarebbe dovuta restare segreta ma é stata resa pubblica dal quotidiano egiziano al-Ahrama ed é un’ulteriore conferma del “ruolo guida” che l’Italia assicura di voler tenere come anche ribadito dall’intervento del rappresentante permanente italiano Sebastiano Cardi al Consiglio di Sicurezza lo scorso 16 febbraio e dal Ministro degli Interni Angelino Alfano che da Washington ha dichiarato: “Saremo sollecitatori di un’azione dell’ONU”.
Gli interessi in gioco sono molteplici e diversificati e il traffico sulla tratta Roma-Il Cairo é intenso.
Nei giorni scorsi anche l’Amministratore Delegato dell’ENI, Claudio De Scalzi ha incontrato il Presidente egiziano al Cairo, non solo per ragionare sulle attività di Eni in Egitto, ma anche sulle prospettive di crescita dell’Egitto che - per poter soddisfare i bisogni derivanti dall’economia in espansione - avrà necessità di ulteriori 8.000 megawatt di elettricità durante i prossimi dieci anni e come osservato nei giorni scorsi il Ministro per gli Investimenti Ashraf Salman saranno avviati investimenti a livello internazionale per il settore della produzione di energia elettrica. E’ stato lo stesso Al Sisi a lodare la storia della società - in Egitto sin dal 1950 - senza dimenticare che la produzione della società e delle sue affiliate rappresenta il 28% della produzione egiziana di petrolio e gas e ha anche annunciato che - al fine di migliorare il clima che consenta nuovi investimenti in Egitto - é al vaglio del parlamento un disegno di legge per una legge unificata sugli investimenti, oltre ad un sistema per facilitare tutte le misure amministrative per gli investitori.
Ma non ci sono solo le imprese strategiche ad affollare la tratta ma anche le nostre PMI come dimostra la riuscita Missione Imprenditoriale guidata dal Vice Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che dal 22 al 24 febbraio ha portato a Il Cairo oltre 170 rappresentanti di imprese, associazioni di categoria, banche e istituzioni per sottolineare la fiducia del Sistema Italia nell’Egitto e nel percorso di riforme avviato dal nuovo corso egiziano e ribadire la convinzione che - soprattutto in un momento di instabilità internazionale come quello attuale - la cooperazione e il partenariato industriale rappresentino un elemento fondamentale per superare le sfide dello sviluppo.
La missione - organizzata dall’Agenzia ICE, Confindustria, Associazione Bancaria Italiana - ABI, Unioncamere, Rete Imprese Italia, Alleanza delle Cooperative e Conferenza delle Regioni, sotto l’egida del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero dello Sviluppo Economico – ha avuto i suoi momenti più significativi nell’organizzazione dei Seminari settoriali dedicati a meccanica, infrastrutture ed energie rinnovabili e nel Forum Economico sulle relazioni politico-economiche tra Italia e Egitto con gli interventi - tra gli altri - dell’Ambasciatore d’Italia in Egitto Maurizio Massari, del Primo Ministro egiziano Ibrahim Mahleb, del già citato Vice Ministro Calenda, del Ministro egiziano dell’Industria e del Commercio Mounir Fakhry Abdel Nour e di altri importanti rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni coinvolte.
A latere del Forum si sono invece svolti oltre 1.000 incontri bilaterali con le imprese locali da parte dei partecipanti, mentre un gruppo ristretto di imprese, accompagnate da Calenda, hanno incontrato il Presidente al Sisi che é rimasto molto impressionato dalla delegazione per qualità e quantità delle imprese presenti. Le nostre imprese sono impegnate attualmente in particolare nei settori Oil, Infrastrutture, Power Generation ma soprattutto si guarda al prossimo grande appuntamento per la comunità internazionale degli investitori, l’Egyptian Economic Development Conference - EEDC che si terrà a Sharm el-Sheikh (13-15 marzo 2015).
Il governo italiano vuole garantire il più alto livello di partecipazione delle nostre aziende all’EEDC, con un interesse particolare ai progetti energetici e infrastrutturali che saranno presentati e proprio prima dell’inizio della Missione a il Cairo é stato lo stesso Ministro della Cooperazione Internazionale dell’Egitto, Naglaa Al Ahwany, a fare tappa a Roma per incontrare istituzioni e big dell’economia tricolore e per ribadire l’importanza dell’imminente evento come riferito ad ANSAmed:
“Sono dieci (energia, minerario, oil and gas, innovazione e tecnologia, costruzioni, trasporti, logistica, turismo, agricoltura, salute e educazione) i settori su cui puntiamo e intendiamo presentare quanto finora messo in atto e quel che resta da compiere. Presenteremo ben 33 progetti su cui puntiamo notevolmente. Li spiegheremo agli investitori internazionali, come illustreremo loro le riforme legislative che abbiamo varato o che stiamo ultimando”.
L’Egitto é impegnato a dimostrare di saper coniugare stabilità politica e crescita economica all’interno di una regione segnata da conflitti e tensioni. Secondo stime SACE se si riuscisse a cogliere a pieno questo trend, espresso dalla domanda di beni da importare, l’export italiano verso l’Egitto potrebbe raggiungere i 4 miliardi di euro entro il 2019. Un valore che potrebbe salire a 5 miliardi di euro, se l’economia egiziana riuscisse a recuperare a pieno i ritmi di crescita pre-crisi.
Come sempre sta a noi saper cogliere le nuove opportunità e confermare l’importanza di una relazione privilegiata e strategica che l’oggi dimostra essere sempre più necessaria e possibilmente onnicomprensiva. Tutto ciò se realmente messo a sistema premierà anche il nostro “azzardo politico” iniziale su al Sisi, non proprio il simbolo dello spirito alla prova dei fatti effimero e disorientante delle “Primavere Arabe”, quanto l’emeblema di un ritorno alla realtà e al pragmatismo.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it