In queste settimane l’Unione Europea - chiamata a dare risposte concrete, credibili e unitarie a sfide importanti sia sul piano interno (questione greca su tutte) che sul piano internazionale (Ucraina, Libia, Mediterraneo e Medio Oriente) - dimostra per l’ennesima volta i suoi limiti nel marcare una discontinuità in grado di affermare una reale identità.

Queste sono evidenze innegabili di un “ordinamento composito” in via di definizione quale l’Unione Europea giuridicamente individua. Se negli ordinamenti statuali l’unità é il presupposto e la differenza é utile a migliorare la capacità di amministrazione degli interessi presenti sul territorio, in quelli compositi la differenza é il punto di partenza e l’unità dell’ordinamento é il fine principale delle azioni compiute e si esprime attraverso la promozione del continuo processo d’integrazione che porta con se sfide sempre maggiori ma anche opportunità e prospettive interessanti, a saperle cogliere.

Abbiamo avuto modo già di analizzare a più riprese il Piano Juncker sugli Investimenti, appare opportuno dare invece uno sguardo alla nuova programmazione europea per il periodo 2014-2020, cosa si propone e come mira a favorire il continuo (e necessario) processo di integrazione.

Come noto il 2 dicembre 2013 il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato il regolamento 11791/7/13 relativo al Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020 da attuare dal 1° gennaio 2014 prevedendo una spesa di 959,99 miliardi di euro in impegni e 908,40 miliardi in pagamenti per i prossimi 7 anni.

Il nuovo bilancio - al confronto con quello del precedente settennato 2007-2013 - evidenzia una diminuzione del 3,5% degli impegni e del 3,7% dei pagamenti.

Nel nuovo bilancio emerge però un’attenzione particolare rivolta alla crescita e alla creazione di posti di lavoro e così la spesa prevista per la voce “Competitività per la crescita e il lavoro” ha ricevuto un incremento superiore al 37% rispetto al periodo 2007-2013.

Le opportunità naturalmente vanno individuate, costruite e affrontate rapportandosi ai diversi interlocutori comunitari, nazionali e locali e innanzitutto bisogna avere ben chiaro il quadro.

Al giorno d’oggi si moltiplicano esponenzialmente le iniziative per avvicinare sempre di più cittadini e imprese alle Istituzioni Europee e ai benefici derivanti dall’azione comunitaria e soprattutto oggi con l’avanzata di populismi facilmente antieuropeisti appare sempre di più doveroso e necessario, così come interrogarsi sull’ontologia stessa dell’Europa come ribadiscono da Atene, ma questa é un’altra storia.

Il resto naturalmente sta alla responsabilità dei singoli cittadini come della singola impresa o associazione, tutti impegnati, nel loro interesse, nel capire, comprendere e cogliere la prospettiva europea. 

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A tal proposito il centro “Europe Direct Roma” - attivo dal 1° gennaio 2013 all’interno della Rete dei centri informativi promossi dalla Direzione Generale Comunicazione della Commissione Europea - per informare i cittadini sulle attività e sulle opportunità UE ha promosso la realizzazione da parte di Formez PA della “Guida alle Opportunità di finanziamento dell’Unione Europea 2014-2020”.

La pubblicazione é un’esaustiva panoramica sui fondi strutturali e di investimento, i Programmi di Assistenza Esterna ed i progetti di collaborazione, mentre una parte fondamentale riguarda la descrizione dei Fondi diretti dell’UE, i cosiddetti Programmi tematici che non devono essere considerati “residuali” ma piuttosto vere potenzialità create a sostegno delle politiche comunitarie.

Gli obiettivi sono quelli della Strategia Europa 2020, la strategia decennale, lanciata dalla Commissione Europea il 3 marzo 2012 con l’intento non solo di favorire il superamento della crisi economica ma anche per colmare le lacune del nostro modello di crescita e creare le condizioni per un diverso tipo di sviluppo economico.

Sono tre le priorità fondamentali individuate che si sostanziano in una nuova visione multidimensionale della società che porta a riconoscere prioritaria la crescita intelligente quale base di partenza per lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza e l’innovazione. Si afferma inoltre la necessità di crescita sostenibile, in grado di promuovere un’economia piu? efficiente, verde e competitiva ma che sia soprattutto anche crescita inclusiva capace di far affermare un’economia che favorisca occupazione, coesione sociale e territoriale.

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L’Unione europea si e? data quindi cinque obiettivi da realizzare entro la fine del decennio:

- Occupazione: 75% persone tra i 20 e i 64 anni;

- Istruzione: tasso di abbandono scolastico inferiore al 10% e almeno il 40% delle persone tra i 30 e i 34 anni devono avere un’ istruzione universitaria;

- Ricerca e Innovazione: 3% PIL UE destinato alla ricerca e sviluppo;

- Integrazione sociale e riduzione della poverta?: 20 milioni di persone in meno che vivono in situazioni di poverta? o emarginazione;

- Clima e Energia: raggiungimento target «20/20/20» in tema di cambiamenti climatici ed energia, ovvero riduzione delle emissioni di gas serra del 20% rispetto al 1990, 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili, aumento del 20% dell’efficienza energetica.

Sono state quindi individuate da parte della Commissione Europea sette iniziative prioritarie, le cosiddette Flagship Initiatives che tracciano un quadro di riferimento da condividere da parte di tutti gli attori coinvolti:

- Unione nell’innovazione: concentrare gli interventi in ambiti quali cambiamenti climatici, sicurezza approvvigionamento energetico e alimentare, salute e invecchiamento della popolazione. Ha inoltre, tra i propri obiettivi, quello di aumentare fino al 3% del PIL gli investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&S) che consentirebbero di creare 3,7 milioni di posti di lavoro e di aumentare il PIL annuo di 795 miliardi di euro entro il 2025.

- Youth on the move: al centro delle attività legate alla creazione di un’economia europea forte, basata sulla conoscenza, sulla ricerca e sull’innovazione pone i giovani puntando al miglioramento dei sistemi di istruzione e formazione superiore. ?

- Agenda digitale europea: la prosperità e il benessere in Europa passano dalla creazione di un mercato unico del digitale. ?

- Europa efficiente sotto il profilo delle risorse: sostiene il passaggio verso un’economia a basse emissioni di carbonio ed efficiente dal punto di vista delle risorse per realizzare una crescita sostenibile. ?

- Una politica industriale per l’era della globalizzazione: stimolare la crescita e l’occupazione preservando e promuovendo una base industriale forte, diversificata e competitiva in Europa. ?

- Agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro: azioni per favorire l’occupazione per raggiungere il target europeo di aumento della popolazione occupata.

- Piattaforma europea contro la povertà: azioni per favorire l’occupazione ad ogni livello per raggiungere il target europeo di riduzione della povertà?

Appare chiaro ed evidente come la strategia può essere vincente se tutta la “filiera” é virtuosa e così, mentre a livello UE si va verso il completamento del mercato unico nei settori dei servizi, dell’energia e dei prodotti digitali e s’investe nei fondamentali collegamenti transfrontalieri; a livello nazionale occorre rimuovere gli ostacoli alla concorrenza e alla creazione di posti di lavoro.

I risultati e l’impatto voluti sulla crescita e l’occupazione, passano per forza di cose dall’effettiva realizzazione di sforzi combinati e coordinati tra l’UE e gli Stati membri.

Per il raggiungimento dei suoi obiettivi, l’UE si avvale di diverse tipologie di strumenti finanziari, gestiti attraverso un sistema di “responsabilità condivisa” tra la Commissione Europea e le autorità degli Stati Membri - gestione indiretta -, o a livello centrale da parte della Commissione europea - gestione diretta.

I fondi a gestione indiretta comprendono i “Fondi Strutturali e di Investimento Europei” e il “Fondo di Coesione”, risorse necessarie per attuare la “Politica di Coesione” nota anche come la “Politica Regionale” dell’UE che assorbe circa l’80% delle risorse a bilancio Si tratta di risorse destinate a ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali tra le varie regioni europee e sono proprio le regioni più povere dell’Europa a ricevere la maggior parte dei finanziamenti, anche se – tramite i diversi meccanismi - interessano tutte le Regioni europee.

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Per quanto riguarda i fondi a gestione diretta ricomprendono invece i cosiddetti “Programmi Tematici” o “Programmi Comunitari” e gli “Strumenti Finanziari per l’Assistenza Esterna”.

Il contributo finanziario viene in genere erogato tramite una procedura di selezione dei progetti promuovendo così la cooperazione e la sinergia sia all’interno che all’esterno dell’Europa.

I fondi a gestione diretta sono attribuiti direttamente alla diverse Direzioni generali della Commissione Europea (ricerca, istruzione, ambiente, trasporti, etc.) o ad Agenzie da essa delegate e si tratta di sovvenzioni o versamenti di natura non commerciale, che devono essere integrati da risorse proprie dei beneficiari (co-finanziamento) e richiedono la costituzione di partenariati transnazionali. ?

La Commissione europea trasferisce gli importi direttamente ai beneficiari del progetto e finanziano essenzialmente idee innovative, scambi di esperienze, migliori pratiche oppure l’organizzazione di seminari e convegni, studi, da realizzare in partenariato con altri paesi. ?

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Nella programmazione 2014-2020 sono previsti 5 programmi di intervento:

- Horizon 2020: é il programma per potenziare la ricerca e l’innovazione nei Paesi UE, disegnato per sostenere tutte le forme di innovazione (attività di Ricerca e Sviluppo, processi innovativi, sviluppo di nuovi modelli di business, etc.), ha una dotazione finanziaria di circa 70 miliardi di euro e si rivolge a Imprese, università, centri di ricerca, enti pubblici e privati per valutare “R&D projects” (finanziati al 100%, dalla ricerca di base fino allo sviluppo del prototipo) e “Close to market projects” (cofinanziati al 70% o finanziati al 100%, per realizzare dimostrazioni, engineering, test industrial validation).

Per partecipare é indispensabile la creazione di un partenariato internazionale, il gruppo deve essere composto da minimo 3 partecipanti da 3 Paesi diversi (28 Paesi Membri o associati) pena l’esclusione del partecipante e il tempo medio per l’ottenimento delle sovvenzioni é stato ridotto da 14 ad 8 mesi. “SME instrument” é invece uno strumento innovativo per le PMI, unico strumento a non prevedere un partenariato ma la partecipazione diretta delle PMI ad alta densità di ricerca per rafforzare la capacità di innovazione.

- COSME: é il programma per la competitività delle imprese e delle PMI e ha una dotazione finanziaria di 2 miliardi di euro. Possono avere accesso al Programma gli enti locali, gli enti regionali, le persone fisiche, le imprese e le amministrazioni nazionali e l’obiettivo é quello di creare un ambiente favorevole alla creazione di impresa e alla crescita delle imprese, incoraggiando la cultura imprenditoriale e garantendo la sostenibilità delle imprese con facilitazioni per l’accesso al credito e la promozione di percorsi di internazionalizzazione.

- ERASMUS+: in un unico programma, rispetto ai sette della precedente programmazione, si concretizzano le azioni per istruzione, formazione, gioventù e sport con una dotazione finanziaria di 19 miliardi di euro. Possono partecipare singoli cittadini, enti di formazioni, associazione, imprese, camere di commercio e organizzazioni giovanili.

Obiettivo principale é quello di accrescere le competenze per facilitare l’inserimento dei cittadini europei nel mercato del lavoro attraverso la promozione della mobilità individuale, della cooperazione e il partenariato per l’innovazione e del sostegno alle riforme delle politiche in materia.

- Life+: é l’unico strumento finanziario europeo per l’ambiente con una dotazione finanziaria di circa 3.5 miliardi di euro. Potenziali beneficiari sono gli operatori del settore ambientale, organismi o istituti pubblici e privati.

“Environment”, uno dei due sottoprogrammi, può contare su una dotazione finanziaria di circa 2,5 miliardi di euro e prevede azioni prioritarie per migliorare l’efficienza nello sfruttamento delle risorse, garantire e tutelare la natura e la biodiversità e migliorare informazione e governance in materia ambientale.  “Climatic Action” ha una dotazione finanziaria di circa 1 miliardo di euro per focalizzarsi sulla mitigazione dei cambiamenti climatici e l’adattamento agli stessi anche attraverso un miglioramento nell’informazione e nella governance.

- Europa Creativa: é il programma per i settori culturali e creativi e ha una dotazione finanziaria di 1.46 miliardi di euro e sostiene progetti di cooperazione transnazionale tra organizzazione culturali e creative, la realizzazione di reti per rafforzarne a competitività e lo sviluppo di opere dell’intelletto nei diversi campi della creatività. Beneficiari sono gli operatori culturali, associazioni ed istituzioni culturali, fondazioni, case editrici, enti pubblici, industrie culturali e creative, università, centri di ricerca e network culturali europei. Dal 2016 verrà anche introdotto uno strumento di garanzia per 121 milioni di euro per favorire l’accesso al credito da parte degli operatori del settore.

- Assistenza Esterna: racchiude i diversi programmi di assistenza ai Paesi extra UE e a quelli intenzionati ad aderire all’UE e ha una dotazione di oltre 50 miliardi di €.

Si concentra su 4 aree geografiche di intervento (Paesi che si stanno preparando per l’adesione all’UE; i paesi del Vicinato Europeo, i PVS e i Partner Strategici) attraverso diversi strumenti di intervento su base geografica (IPA II lo strumento di assistenza preadesione; ENI lo strumento europeo di vicinato; DCI lo strumento di cooperazione allo sviluppo) o tematica (IcSP per contribuire a pace e stabilità; EIDHR strumento UE per la democrazia e i diritti umani; CPFI lo strumento di protezione finanziaria civile; INSC strumento di cooperazione in materia di sicurezza nucleare e uno strumento ad hoc per la Groelandia).

Bisogna poi ricordare che per l’attuazione dei programmi tematici le diverse Direzioni Generali della Commissione europea utilizzano due tipi di procedure:

-Sovvenzioni o “Grants”: possono finanziare azioni destinate a promuovere la realizzazione di un obiettivo nel quadro di una politica dell’UE o il funzionamento di un organismo che persegue uno scopo di interesse generale europeo o un obiettivo nel quadro di una politica dell’UE. Sono assegnate al beneficiario attraverso il co-finanziamento di progetti specifici selezionati tramite inviti a presentare proposte “Call for Proposals” e si tratta di un contributo finanziario, accordato a fondo perduto, che la Commissione concede al beneficiario a copertura parziale dei costi progettuali e la percentuale di co-finanziamento varia tra il 50% e il 100% del costo totale del progetto. Il cofinanziamento deve essere quindi integrato da risorse proprie del beneficiario e non sono previsti utili o profitti.

- Contratti pubblici o “Tender, Contracts, Procurement”: vengono assegnati attraverso gare d’appalto “Call for Tenders” per l’erogazione di servizi, beni oppure per l’esecuzione di lavori necessari per garantire lo svolgimento delle operazioni delle istituzioni e dei programmi europei. Si finanziano anche infrastrutture e il beneficiario esegue attività di tipo commerciale o con finalità di lucro.

Il quadro naturalmente é molto più dettagliato e complesso e la stessa fase istruttoria nella presentazione delle proposte é fondamentale, prima base certamente per il successo, ma spesso causa di esclusione per sviste e imprecisioni formali o di procedura che inficiano di conseguenza anche proposte valide sul piano tecnico e in linea con obiettivi e priorità.

Non a caso l’Europrogettazione é indicata oggi tra le professionalità più richieste, proprio perché - soprattutto in momenti di crisi economica e difficoltà di accesso al credito o al capitale di rischio – riuscire ad accedere a un contributo europeo costituisce per le imprese una possibilità di cruciale importanza e per l’Ente locale una valida opportunità per realizzare progetti innovativi impensabili con forme di finanziamento ordinarie.

Appare però necessario anche ricordare che presentare un progetto europeo di successo é un traguardo sempre più difficile da raggiungere, ma non impossibile: non bisogna scoraggiarsi di fronte al primo scoglio, come il saggio da sempre ripete “sbagliando di impara”, l’importante é fare tesoro degli insegnamenti.

I dati recentemente pubblicati dalla Commissione UE sulla programmazione 2014-2020, fotografano una situazione paradossale: l’Italia nel 2014 non ha speso circa 4 miliardi di euro di fondi europei, ovvero buona parte dei circa 21 miliardi di risorse non utilizzate globalmente all’interno dell’Unione che dovranno essere trasferite sul bilancio 2015.

In percentuale abbiamo lasciato inutilizzate il 66% delle risorse a nostra disposizione e siamo il quinto peggior paese europeo nella classifica della capacità di spesa.

Non si tratta di errori in questo caso ma di “dati abitudinari” per il nostro paese ed é qui che serve un’inversione di tendenza nei fatti e nei risultati.

E’ doveroso non dimenticare dunque che l’Europa rappresenta un’opportunità e non solo un ragioniere tignoso e puntiglioso con il quale fare i conti.

 

Sta a noi fare la differenza.

 

Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it

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