C’é grosso fermento nel mercato nord-africano e soprattutto in quello marocchino. Grosse opportunità si aprono all’Export italiano e sono i dati stessi a parlare: negli ultimi anni gli investimenti italiani in questo Paese hanno abbracciato una vasta gamma di settori: manifattura, logistica, trasporto passeggeri e servizi.
Il nostro Paese si colloca all’undicesimo posto per IDE nel Paese in questione. Tra i grandi investitori nostrani molto forte é la presenza di Italcementi S.p.A., primo produttore in Italia di materiali da costruzione, e Cristalstrass, secondo produttore mondiale di cristalli, oltre a quella già consolidata di operatori nel settore tessile e dell’abbigliamento.
Le imprese marocchine partecipate da capitali italiani sono attualmente circa 140, le quali offrono lavoro a 7.000 persone e generano quasi 960 milioni di euro di fatturato annuo. Queste società sono concentrate in larga misura nel settore manifatturiero (dove opera il 50% delle nostre aziende), edilizio (8%) e dei servizi (38%). L’Italia risulta essere quindi il quinto partner commerciale del Marocco ed il terzo in Europa, dopo Francia e Spagna, con un saldo costantemente in attivo.
Tra i vantaggi principali d’investimento in Marocco sono da segnalare, oltre alla crescita del Paese, la disponibilità e il basso costo della manodopera, gli ampi e articolati incentivi fiscali: la riduzione dell’imposta societaria e sui dividendi, l’abolizione dei dazi sui prodotti importati dall’Unione Europea, l’istituzione di zone franche come quella di Tangeri e del Tanger Med. Quest’ultima é un porto situato a 14 chilometri dalla Spagna in una posizione strategica sulla via di passaggio tra Asia, Europa, Nord America e Sud America. Con gli anni é diventato l’hub dello sviluppo industriale marocchino registrando, nel 2013, una crescita del 40% nel traffico merci. In termini di tonnellaggio, la crescita del traffico appare ancora più evidente, in quanto tale volume ha raggiunto nel 2013 una quota di 26,15 milioni.
Fra gli svantaggi sono da segnalare corruzione e infrastrutture ancora insufficienti, bassa produttività e scarsa disponibilità di credito bancario.
Il Marocco si sta affermando come una delle maggiori mete turistiche dell’Africa settentrionale, in particolare per quanto riguarda il turismo organizzato. Le mete più visitate sono le città imperiali: Rabat, Fes, Meknes, Marrakech ed il deserto del Sahara. Si possono trovare turismi di vario tipo: culturale, naturale e balneare. Il numero di turisti negli ultimi anni ammonta a poco più di 10 milioni (2013), la metà proveniente dall’Europa in testa Francia, Germania e Spagna.
La situazione positiva in tale settore é il risultato del programma Vision 2010 al quale ha fatto da poco seguito la nuova “Vision 2020”: una strategia di regionalizzazione turistica, di qualità e di sviluppo sostenibile. Tale strategia é stata pensata per mettere in risalto i valori di ogni Regione del Paese e dare un ulteriore impulso al settore turistico con l’ambizioso obiettivo di rendere il Marocco tra le maggiori mete turistiche a livello mondiale.
La Vision 2020 si basa su cinque principi fondamentali:
- Rafforzare i risultati del Piano 2010;
- Sviluppare strategie integrate di sviluppo territoriale;
- Accrescere le risorse del Paese per rispondere alle esigenze dei mercati internazionali;
- Ovviare alle carenzestrutturali ancora del settore;
- Porre il concetto di “sostenibilità” al centro della strategia di sviluppo nazionale.
Per rafforzare il settore in questione il governo marocchino ha previsto lo stanziamento di oltre 9 miliardi di euro di investimenti in 4 anni al fine di: costruire ulteriori hotel e strutture ricettive arrivando a creare 200.000 nuovi posti letto; raddoppiare il numero dei turisti e triplicare il numero dei viaggiatori nazionali.
Il raggiungimento di tali obiettivi servirà a riconoscere il settore turistico come il secondo settore economico più produttivo del Paese, stimando, tra il 2011 e il 2020, un aumento di due punti percentuali del PIL di settore; le stime prevedono inoltre che il fatturato generato da tale settore raggiungerà i 140 miliardi di dirham nel 2020.
Lavorando in tale direzione é da segnalare che nella capitale Rabat é previsto il completamento, entro il 2020, di un progetto urbano, per cui sono stati stanziati circa 548 Milioni di Euro, a vocazione culturale, turistica e commerciale, denominato “Saha Al Kabira”, che si svilupperà su una superficie di 110 ettari, con una marina turistica, strutture culturali, alloggi ed esercizi commerciali.Sono inoltre state realizzate o in corso di costruzione 6 stazioni balneari nel Paese (Guelmim, Saidia, Mazagan, Larache, Agadir, Essaouira) che determineranno l’incremento della capacità alberghiera del Paese di ulteriori 68.000 posti letto. Da ricordare infine, la prossima costruzione del nuovo Four Seasons a Casablanca e di un resort della catena Oberoi a Marrakesh.
Collegato allo sviluppo del turismo é da segnalare inoltre, in Marocco, un importante fermento nel settore del mobile in continua crescita in seguito all’incremento delle costruzioni immobiliari, delle strutture turistiche, degli edifici per uffici, oltre all’incremento di una classe sociale media con gusti contemporanei, che ha assicurato una crescente domanda di arredamento nel Paese.
Attualmente la produzione locale di mobili non é in grado di fornire prodotti di livello.
La maggior parte degli articoli d’arredamento di qualità alta o medio-alta sono importati. I mobili in legno, per le camere da letto in particolare, costituiscono la maggioranza delle importazioni di articoli per l’arredamento, a cui fanno seguito gli articoli per la decorazione.
I principali fornitori di mobili sono Francia, Italia e Spagna.
Nel 2013, l’Italia ha esportato quasi 36,3 milioni di euro di mobili verso il Marocco, con una crescita percentuale del 10,4 % rispetto all’anno precedente. Nei primi mesi del 2014, sulla base di dati Istat, le esportazioni italiane di arredamento si sono attestate a 20,6 milioni di euro (con una crescita del 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
Sul mercato marocchino sono già presenti, tramite propri showroom o attraverso distributori locali, numerose marche di alta gamma italiane del settore arredamento. Tale presenza, abbinata alla nota qualità del Made in Italy sia in termini di design che di materiali utilizzati, può aprire la strada a nuove aziende italiane che intendano approcciare il mercato marocchino.
La produzione locale di mobili non risponde al bisogno dell’industria turistica del Paese. L’artigianato marocchino o le grandi marche locali non corrispondono infatti ai criteri tecnici e di qualità imposti alle strutture con clientela internazionale, e si limitano a rifornire gli hotel a due e tre stelle. Le strutture di gamma superiore devono quindi ricorrere ai mobili d’importazione.
Su queste basi appare quindi molto interessante il workshop del settore HO.RE.CA che si svolgerà a Casablanca il 24 e 25 febbraio 2015 in cui oltre agli operatori marocchini saranno presenti anche operatori selezionati dalla Tunisia, consentendo di approfondire la conoscenza di due mercati e incrementare il numero dei potenziali contratti.
In conclusione guardare a sud ed intensificare le relazioni italo-marocchine sarebbe per noi una fonte interessante di crescita, per saperne di più vi segnaliamo un rencente nostro approfondimento cosultabile al seguente link e la nostra scheda paese.
Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati “Sace-ICE-Governo Marocchino”, di Alessio Cacciapuoti, redazione@exportiamo.it