Matteo Renzi da Presidente di turno UE per la sua ultima missione internazionale a conclusione del semestre italiano, il 30 dicembre ha fatto tappa a Tirana con un intento ben preciso: confermare l’impegno italiano quale sponsor principale dell’ingresso di Tirana nell’Unione Europea.

Il Semestre di presidenza italiano dell’UE é stato - da questo punto di vista - un percorso circolare iniziato lo scorso 24 luglio con la visita a Tirana di Federica Mogherini, allora Ministro degli Esteri italiano e concluso dall’incontro di Renzi - accompagnato dal Vice Ministro degli Esteri Lapo Pistelli - con Edi Rama, omologo albanese e amico di lungo corso fin da quando erano sindaci rispettivamente a Firenze e a Tirana.

La vicinanza all’Italia rappresenta un punto di forza per lo sviluppo delle relazioni economiche e commerciali e l’Albania può vantare una posizione strategica di vicinanza ai mercati dell’Unione Europea e dell’area balcanica. I suoi porti di Durazzo e Valona hanno un alto valore strategico nella regione, rappresentando inoltre punti d’accesso per il Corridoio VIII europeo che si sviluppa lungo la direttrice ovest-est nell’area dell’Europa sud-orientale, ponendo in collegamento i flussi di trasporto del Mar Adriatico e del Mar Ionio con quelli che interessano il Mar Nero.

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Dal 24 giugno 2014 l’Albania é “finalmente” un Paese candidato ufficiale all’ingresso nell’Unione Europea.

La promozione del Consiglio europeo é arrivata dopo un doppio rinvio. Avanzata la domanda di adesione nell’aprile 2009 e incassato il parere favorevole della Commissione nel novembre 2012, per ottenere lo status di paese candidato – necessario all’apertura dei negoziati di adesione – l’Albania ha dovuto incassare il consenso unanime dei 28 governi del Consiglio e ciò é avvenuto soltanto lo scorso giugno, dopo i due rifiuti consecutivi nel novembre 2012 prima e nel dicembre 2013 successivamente.

Per quanto riguarda le relazioni bilaterali, Il “Paese delle Aquile” é da anni al centro di una escalation diplomatica tricolore per sostenerne la completa integrazione europea.

Dall’ottobre 2013 al dicembre 2014, ovvero i mesi che hanno preceduto e seguito la concessione all’Albania dello status di Paese candidato, si sono recati in visita prima di Matteo Renzi oltre alla Mogherini, nell’ottobre 2013 l’allora Ministro degli Esteri Emma Bonino seguita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel marzo successivo, dal Presidente del Senato Pietro Grasso prima dell’estate e dal ministro della Difesa Roberta Pinotti lo scorso mese di settembre.

I rapporti che l’Italia intrattiene con l’Albania non hanno eguali nel mondo per motivi storici, culturali e di prossimità geografica. Tra i Paesi della regione balcanica, l’Albania é quello che ha la maggiore vocazione e apertura culturale verso il nostro Paese come evidenziato non solo dalla diffusione della conoscenza della lingua italiana ma anche della cultura e dei modelli di consumo italiani: un “vantaggio competitivo” per i nostri potenziali investitori da non sottovalutare.

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L’Italia non a caso é il primo investitore straniero in Albania per numero di imprese (circa 400, attive soprattutto nel settore manifatturiero, nelle costruzioni e nei servizi, tra cui spiccano anche gruppi industriali medio-grandi come Italcementi e Conad), e il secondo per valore degli investimenti (subito dietro la Grecia) e due banche “nostrane” - Intesa Sanpaolo e Veneto Banca - sono rispettivamente il III^ e il XII^ istituto bancario del paese.

Per quanto riguarda il commercio bilaterale nel 2013 l’Albania ha importato dall’Italia il 33% ed esportato il 46% delle sue merci, con un interscambio pari a 5,4 miliardi di euro, rappresentando di gran lunga il primo partner commerciale. In attesa dei dati definitivi sull’anno appena concluso, nei primi nove mesi del 2014 si registra una sostanziale tenuta dell’export italiano (+0,3%) e una significativa crescita delle nostre importazioni (+13,8%).

Matteo Renzi é stato netto durante la conferenza stampa congiunta con il suo omologo albanese nel rinnovare l’impegno italiano e ha dichiarato:

“L’Albania é un nostro partner naturale e deve essere a cuore dell’Unione. Sia di casa in Europa. Chiudendo il semestre europeo é importante dire che l’Europa si allarga o perde una grande occasione. Non c’é futuro dell’Europa senza allargamento.

Vogliamo fare in modo che i nostri paesi siano sempre più capaci di costruire quell’ideale europeo. Non si tratta di far entrare l’Albania in Europa, l’Albania é già in Europa.

Abbiamo deciso di concludere a Tirana il semestre europeo perché c’é un pezzo di futuro che verrà e anche di Europa che c’é stata. L’Europa deve essere casa dei cittadini e delle cittadine e la smetta di essere il luogo della burocrazia, ma sia quello della speranza, come abbiamo cercato di renderlo in questo semestre. Mi piace immaginare che l’Europa sia prima ancora che vincoli, spread e dati economici, cultura, identità e orgoglio.”

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Edi Rama ha voluto ricordare invece quali sono i presupposti della crescita economica del Paese, ricordando come “qui non abbiamo sindacati e abbiamo l’imposizione fiscale al 15%”.

Rama guida la coalizione “Alleanza per un’Albania Europea” formata dal “suo” Partito Socialista - PS che ha ottenuto la maggioranza assoluta in Parlamento anche per l’inaspettato successo del secondo partito della coalizione, il Movimento Socialista per l’Integrazione - LSI.

Il suo governo in carica dal settembre 2013, ha avviato un pacchetto di misure per il riordino della pubblica amministrazione e dei conti pubblici e per il rafforzamento della “rule of law” attraverso un’incisiva azione della polizia nel contrasto al crimine organizzato, alla lotta alla corruzione e ad una riforma del settore giudiziario per garantirne maggiore indipendenza ed efficienza.

Per il 2015 oltre a continuare a garantire la crescita economica per il Paese, si pone l’obiettivo di realizzare alcune riforme prioritarie che abbracciano tutti i settori dell’economia, della società e delle istituzioni albanesi (fisco, istruzione, salute, agricoltura, energia, occupazione e sicurezza pubblica).

Le risorse necessarie all’attuazione del programma di riforme, deriveranno principalmente dai fondi comunitari dell’Accordo finanziario con l’UE e dei fondi IPA II, lo strumento di pre-adesione, che nel periodo 2014-2020 come indicato recentemente dalla Commissione, ammonteranno a circa 650 milioni di euro.

Oltre Adriatico non manca inoltre manodopera qualificata e a costi contenuti: considerando tutte le categorie professionali, il reddito medio mensile é pari a 425 euro e il costo del lavoro é di circa un terzo inferiore rispetto a buona parte dei Paesi dei Balcani e dell’est Europeo.

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La visita di Renzi si é conclusa con una visita presso la residenza dell’Ambasciatore d’Italia, Massimo Gaiani con un breve discorso rivolto ai rappresentanti del Sistema Italia - in primis Ambasciata, Agenzia ICE, Isituto di Cultura e Rappresentanze degli imprenditori italiani - e un saluto alla sempre più folta comunità italiana presente nel paese che, lo stesso premier albanese, ha stimato in oltre 20.000 presenze.

Certo anche nel caso albanese non é tutto oro quel che luccica e il paese fa i conti con atavici problemi che spesso amplificano contraddizioni storiche piuttosto che risolversi in prospettive armoniose a maggior ragione con l’acuirsi della crisi economica e della disoccupazione e un quadro economico in chiaroscuro tra buoni fondamentali e consumi bloccati sul piano interno.

Nel frattempo anche un po’ di Albania inizia ad entrare in Italia, nel vivo e nelle emozioni del popolo italiano.

Nelle ultime settimane é stato infatti perfezionato l’acquisto del Parma Calcio da parte del magnate del petrolio albanese, Rezaert Taéi personaggio con non poche luci e ombre su affari e vita privata che, con le sue attività economiche dominate dalla Taéi Oil, genera un giro d’affari annuo stimato in circa 7 miliardi di euro. Anche questo é un segno dei tempi che cambiano.

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Renzi e Rama incarnano invece una nuova fase nelle relazioni bilaterali tra i due paesi a partire dalla loro biografia politica.

L’ascesa di entrambi é stata costruita sia sul rinnovamento - da una parte con la “rottamazione” italica e dall’altra con la “rinascita” albanese - che sul superamento dell’egemonia carismatica di due vecchi leader conservatori (Berisha e Berlusconi).

Il ricambio generazionale che rappresentano, lo stile e le aspirazioni di entrambi i giovani leader sulle due sponde dell’Adriatico si basano su decisionismo e indole governativa anche se si risolve a volte in annunci piuttosto che in fatti concreti, scadendo forse anche in modi e metodi delle generazioni politiche precedenti, tanto biasimate quanto archiviate.

Il dilemma di fondo a livello europeo rimane invece su come e quanto potranno essere solo le relazioni commerciali ed economiche a far crescere e sviluppare i paesi che aspirano all’Europa (oltre a quelli che già ne fanno parte) e quanto quest’ultima sarà in grado di affermare se stessa in tutto e per tutto creando una reale cittadinanza comune che non può ridursi a tenere in ordine conti, quote e sovvenzioni.

 

La risposta probabilmente non la conosce nessuno su entrambe le sponde adriatiche.

 

Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it

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