Con il 2015 si é aperto il secondo mandato di Dilma Rousseff, la ‘Presidenta’ del Brasile, della cui rielezione abbiamo già trattato in un nostro precedente articolo. Dilma ha di sicuro davanti a sé una strada tutta in salita, totalmente diversa dal suo primo mandato. Quattro anni fa il Brasile era la vera locomotiva dei BRIC cresceva a un tasso del 7,5% e ora la situazione é alquanto cambiata. E la parola d’ordine per Dilma sembra essere “crescita”.
Non vogliamo entrare nel merito se questa sia la scelta giusta, se nell’epoca in cui viviamo sia ancora plausibile parlare di crescita, in un mondo che é cresciuto troppo e, forse, troppo male, ma la cui soluzione (a detta di molti) risiederebbe nella cosiddetta descrescita felice. Quello che vogliamo sottolineare é semplicemente quello che la Rousseff ha dichiarato di mettere in pratica, le sue scelte politiche ed economiche. Poi, come sempre, ai posteri l’ardua sentenza.
“Più di tutti so che il Brasile ha bisogno di ritrovare la crescita, vi é la necessità di un adeguamento dei conti pubblici, un aumento del risparmio, della crescita e della produttività dell’economia. Lo faremo senza alcun sacrificio per la popolazione, soprattutto per i più bisognosi”.
Questo parte del discorso che Dilma ha rilasciato davanti al Parlamento a cui ha seguito una maxi cerimonia per festeggiare il secondo mandato quadriennale alla guida del gigante verde-oro. Dilma ha voluto sottolineare come mai in passato tanti brasiliani abbiano avuto la possibilità di salire alla classe media, un’intera generazione che é uscita dalla miseria che non conosce la fame e che ha potuto vedere aumenti consistenti nei salari. E Dilma promette che ci sarà un processo storico di cambiamento e una strenua lotta alla corruzione, in un periodo in cui gli scandali non mancano, come quello che ha coinvolto i dirigenti della Petrobras, il colosso energetico brasiliano. E a questo proposito ha nominato come ministro delle finanze il banchiere Joaquim Levy, già segretario delle Finanze dello Stato di Rio de Janeiro, dai brasiliani noto come “Edward mani di forbice”. E con lui é in arrivo un’ondata di stretta fiscale, accompagnata da una stretta monetaria per sconfiggere l’inflazione che nel 2015 sarà del 6,57%, +1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Staremo a vedere se queste nuove misure contribuiranno a rendere il Brasile il Paese emergente di una volta, promessa del futuro che ha fatto sperare, e forse in parte illudere, tanti brasiliani, ma al quale non manca nulla per diventare una forte potenza a livello mondiale.
Vi consigliamo la visione del VIDEO de IlSole24Ore, che riassume il discorso di inizio mandato di Dilma Rousseff.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Francesca D’Agostino, redazione@exportiamo.it